Un giovane ebbe in eredità dal padre
il mestiere di seggiolaio, una piccola casa, con un piccolo prato e
un grande noce, che faceva ogni anno moltissime noci.
Il giovane girava per i paesi e le
città vicine e siccome era molto bravo, sia a riparare gambe e
schienali sia ad impagliare, gli affari gli andavano a gonfie vele.
Tanto che riuscì a comprarsi un asino per aiutarlo a trasportare gli
attrezzi e il materiale da lavoro.
Un giorno conobbe una fanciulla, che
era sola al mondo, essendo cresciuta in un orfanotrofio. I due si
innamorarono e si sposarono. Ebbero presto una bimba e dopo poco
anche un bimbo.
Un giorno il giovane fu aggredito dai
briganti che per rubargli l’asino e il ricavo della giornata lo
colpirono sulla testa con un bastone uccidendolo.
Per la giovane moglie nel frattempo
era quasi giunto il momento del terzo parto. Dopo pochi mesi infatti
nacquero due gemelli.
La povera donna, non poteva certo
lavorare, con due bambini ancora piccoli e due neonati da accudire,
né voleva separarsene avendo provato di persona la tristezza di
dover crescere senza avere una famiglia.
Decise quindi di vivere dei beni
lasciategli dal marito per un po’ di tempo per potersi dedicare
interamente ai propri bambini, prima di incominciare a lavorare per
mantenerli.
Ma dopo poco neanche un anno dalla
morte del marito i soldi erano già finiti e i bambini erano ancora
piccoli e impegnavo la madre dalla mattina alla sera.
Per fortuna era la stagione delle noci
e la donna con i bimbi più grandi le raccolse, le essiccò e mentre
i gemellini ancora allattavano lei e i figli più grandicelli
incominciarono a nutrirsi di noci.
Dopo qualche giorno passò un
viandante, che chiese di poter mangiare qualcosa. La donna spiegò la
loro triste situazione e si scusò con il viandante di potergli
offrire solo noci.
Il viandante sorrise e con il suo
bastone percosse il tronco dell’albero. Caddero alcune noci.
“Provate ad aprirle” disse il viandante. Così fecero e dentro
trovarono al posto delle noci dei pezzetti di carne arrostita.
Il viandante era infatti uno stregone
che fu festeggiatissimo dalla famigliola e quindi proseguì il suo
viaggio.
Da quel giorno in tutte le noci
cominciarono a trovare carne, pesce, pasta, verdure, frutta e ogni
sorta di cibo.
Ma un giorno giunsero gli esattori del
re per raccogliere le tasse e trovando solo una ricca provvista di ne
vollero assaggiare. Quando si accorsero che le noci erano magiche
riempirono un grosso sacco di noce per portarle al re.
Quando però furono al castello tutte
le noci erano piene di muffa. Il re derise il capo degli esattori,
che fu molto contrariato della cosa. Tornò dalla povera famigliola e
controllò le noci: erano tutte sanissime e piene di cibi prelibati.
Provò ad allontanarsi dalla casa, ma appena usciva dall'ombra del
noce vide che i cibi si tramutavano in muffa.
Tutto contento della scoperta riuscì
a convincere il re ad andare di persona sul posto. L’albero magico
piacque molto al re che lo volle per sé e gettando un sacchetto di
monete d’oro alla famiglia ne prese possesso e tornò al castello.
Il capo degli esattori, però disse:
“Questo sacchetto d’oro
serve a pagare le tasse” e cacciò la famiglia senza darle nulla.
La famigliola si allontanò disperata.
La bimba però aveva tenuto in tasca alcune noci, che anche quando
furono molto lontani dal vecchio noce restarono buone.
Trovarono una capanna abbandonata sul
margine del bosco per passarvi la notte e i bimbi nascosero l’ultima
noce seppellendola per terra fuori dalla capanna.
Il mattino dopo il re tornò al grande
noce e lo trovò rinsecchito e si arrabbiò molto con il suo capo
esattore.
Invece la famigliola uscendo dalla
capanna vide che nella notte era cresciuto, dalla noce seppellita, un
intero albero di noce, da cui già cadevano delle bellissime noci
magiche.
Nessun commento:
Posta un commento