domenica 27 maggio 2012

THNG 3 - I Kiroz


Così quell’uccello, preso da superbia, arrivò a darsi un nome, prima infatti le creature non si erano date dei nomi, ma la Volontà ha un nome per ogni creatura. Disse dunque: “Noi siamo Kiroz, siamo infatti Ghi-Kiroz e Fir-Kiroz e abbiamo il potere sopra tutti gli uccelli del cielo che sono il nostro nutrimento e il nostro trastullo”. Kiroz infatti predava tutti gli altri uccelli, compresi gli altri predatori e li perseguitava non solo per nutrirsi, ma anche per puro divertimento, uccidendoli o mutilandoli o semplicemente spaventandoli e spossandoli con inseguimenti che interrompeva quando il gioco gli era venuto a noia.
Così Kiroz dimenticò di essere una creatura, plasmata come tutte dalla Volontà, e non prestò più alcuna attenzione alla voce della Creatrice né a nessuna cosa se non a sé stesso.
I Kiroz si accoppiarono pieni di passione per i propri corpi e generarono due figli, ma essendo gelosi e temendo di sminuire il loro potere uccisero i propri figli. E pensando di aumentare la propria energia acquisendo quella dei figli vollero divorarli. Ma le carni dell’uno divvenero per loro amare e quelle dell’altro urticanti, sicchè dovettero sputarle e gettarono i corpi nell’oceano. Da quel giorno i Kiroz si astennero l’uno dall’altro e ciò aumentò la loro alterigia e fece nascere invidia tra essi stessi.
Quando giunse il loro tempo, la Volontà richiamò a Sè gli spiriti del Kiroz, ma essi, non vollero separsi dai loro corpi e vi rimasero. Gli spiriti infatti erano stati travolti dalle passioni del corpo e ne guidavano le stolte rivendicazioni. Ma i loro corpi passato il loro tempo presero a disfarsi e il Kiroz non era in grado di fare nulla per salvarlo.
Allora Ghi-Kiroz e Fir-Kiroz si accoppiarono e generano altri due figli. Appena i figli furono nati gli spiriti dei genitori lasciarono le carogne che ormai abitavano per impossessarsi dei corpi dei figli. Uno dei figli lottò contro il genitore, ma non potendo vincerlo fuggì e tornò dalla Creatice.
Lo spirito dell’altro figlio invece si alleò con il genitore e divise con esso il corpo. Il corpo abbandonato dallo spirito del figlio subito deperì e cominciò a putrefarsi e Ghi-Kiroz che lo occupava chiese asilo al figlio Naf-Kiroz e a Fir-Kiroz che ne coabitava il corpo, ma essi lo cacciarono.
Ghi-Kiroz guardò allora se qualche uccello potesse essere degno di ospitarlo, ma li trovò tutti brutti e deboli e non volle entrarvi e restò così nel corpo in disfacimento a meditare, finché il corpo si dissolse in vermi. E i vermi entrarono nella terra. Ghi-Kiroz, diviso ora tra i corpi di molti vermi, si ridestò dalle sue elucubrazioni ed uscì dai vermi. Ma quando cercò di tornare all’aria e alla luce uscendo dalla terra non potè farlo, ma si ritrovò imprigionato nella roccia.
Ghi-Kiroz fu pieno di rabbia e di livore e cominciò a percuotere la roccia, a scuoterla, a soffiare nelle sue fessure, ma senza risultato. La superficie della terra si corrugò, nuove montagne sorsero e altre furono sprofondate, ondate enormi salirono dall’oceano fin dentro le pianure e lava incandescente uscì dai monti con cenere e fumo e potenti uragani attraversarono il cielo. Ma Ghi-Kiroz restò nella roccia e vi resta fino ad oggi, sempre covando il suo rancore che manifesta ancora con terremoti, maremoti, uragani ed eruzioni.
Il corpo di Naf-Kiroz invece diviso tra due spiriti cominciò presto a deperire e perse forza e splendore. Fir-Kiroz e Naf-Kiroz cercarono di scacciarsi l’un l’altro e dilaniarono sempre più il corpo fino a distruggerlo. Fuggirono allora e presero a insidiare gli altri uccelli. Alcuni dopo una lotta respingevano Fir-Kiroz, altri cedevano, ma i corpi subito morivano poiché Fir-Kiroz non era in grado di tenerli in vita e Fir-Kiroz doveva cercare altre vittime.
Naf-Kiroz invece si impossessava dei corpi, ma non riusciva a controllarli e a volte li lascia prostrati e a volte li uccideva.
Gli spiriti degli uccelli tormentati dai Kiroz si rivolsero al Signore della Vita e lo implorarono di liberarli da essi. Ma la Volontà confortò gli uccelli toccando i loro spiriti con il Suo pensiero perfetto e gli mostrò come, anche se i Kiroz agivano male non era secondo la natura dell’ordine stabilito dalla Creatrice rispondere al male con il male. E poiché i Kiroz desideravano ardentemente vivere essi avrebbero vissuto fino alla fine dei tempi. Ma poiché essi avevano amato smodatamente il proprio corpo non sarebbe più stato concesso loro alcun corpo, ma avrebbero vagato sempre gli uni nell’aria e l’altro nelle profondità della terra.
Gli uccelli rasserenati ripresero le loro occupazioni, ma furono molto indeboliti da tutte queste sofferenze e iniziarono il loro declino. Alcuni persero talmente tante energie da non riuscire più a volare. Questi furono gli antenati di tutti gli uccelli che nuotano nelle acque e camminano sulla terra, ma non sanno volare.
La Volontà rispettò dunque la volontà di vivere dei Kiroz, anche se perversa, e perciò non li distrusse ed essi ancor oggi vagano sotto e sopra la terra. I Kiroz dell’aria però non nella loro forma spirituale originaria, ma in una nuova forma.
Essi ebbero la loro nuova forma dopo che il Signore della vita ebbe popolato le acque e la terra con tutti i quadrupedi e i pesci e le altre creature viventi che ancora mancavano nella creazione.
Queste nuove creature furono create infatti meno ardenti degli uccelli e perciò più deboli.
Fir-Kiroz e Naf-Kiroz vedendo che queste creature erano più deboli si accanirono contro di esse minacciandone l’esistenza. La Volontà percosse allora con il Suo potente pensiero i due spiriti malvagi e li spezzò in una miriade di spiriti più piccoli, altrettanto feroci, ma molto meno potenti. Ciascuno spirito conservò infatti la natura del Kiroz da cui derivava: da Fir-Kiroz ebbero dunque origine tutti gli spiriti che si accaniscono contro i corpi dei viventi e danno origine a ciò che noi chiamiamo: malattie del corpo. Da Naf-Kiroz ebbero invece origine tutti gli spiriti che insidiano le menti dei viventi e danno origine a ciò che noi chiamiamo: malattie della mente.
La malattia più grave per i viventi però è quella che si origina dal loro stesso spirito: tali sono le malattie dello spirito.

domenica 20 maggio 2012

THNG 2 - La vita


E questo fu il modo in cui il Signore della Vita portò la vita nel mondo.
La Volontà impastò alcuni elementi con l’acqua e con l’aria e ne ottenne una sostanza flessibile e resistente. Il nome di questa sostanza gli è stato dato dalla Volontà e solo da Lei è conosciuto, da noi non è conosciuto e perciò noi chiamiamo questa sostanza legno.
Il legno era una buona sostanza e il Signore della Vita vi soffiò dentro il fuoco. Quando ebbe dal fuoco l’energia il legno prese vita ed emise radici per bere e con esse si ancorò al terreno. Ed emise rami per scaldarsi al sole e foglie per respirare. Così fu l’origine degli alberi.
Gli alberi crescevano secondo il ciclo delle acque. Il sole a quei tempi splendeva continuamente, non vi era infatti la notte, ma solo il giorno.
Ma il vento che spingeva le nubi nel cielo soffiava talora troppo forte per i rami più teneri e per le foglie e li strappava dagli alberi. Il fuoco della vita in essi era però molto forte e giunti al suolo attecchivano, ponevano radici e crescevano. Dai rami e dalle foglie cadute ebbero così origine cespugli ed erbe. Dalle foglie cadute nei fiumi, nei laghi e nell’oceano ebbero invece origine le alghe e i coralli.
E in breve la terra fu coperta da una foresta inestricabile e caotica e le piante cominciarono ad adombrarsi e soffocarsi fra loro e a morire per la mancanza di luce, di sole e di acqua. E le piante morte giacevano al suolo e la pioggia le fece marcire e il terreno che era ancora inerte fu fertilizzato.
Dal terreno fertile le piante acquisirono nuove energie e con esse si ammantarono di fiori. Così la morte entrò nel mondo e fu subito al servizio della vita.
Il Signore della Vita vide tutta questa turbolente vitalità, se ne compiacque e le diede ordine. Diede infatti a ciascuna pianta uno spirito che la guidasse nella crescita e così le piante presero a mutare i fiori in frutti e a produrre in essi i semi per moltiplicarsi nel tempo opportuno, sotto la guida del proprio spirito.
Lo spirito non ha sostanza, ma essenza e la sua essenza è sentimento. Ciascuno spirito ha un nome, il suo nome è conosciuto dalla Volontà.
E a ciascuno spirito fu dato un tempo stabilito per operare. Passato il tempo ciascuna pianta abbandonata dallo spirito moriva.
Lo spirito però non moriva, ma tornava dalla Creatrice. Tale è infatti la natura degli spiriti.
E la foresta si diradò in savane e praterie e la bellezza del mondo aumentò per la varietà delle piante dei fiori e dei frutti e dei paesaggi sulle montagne e sulle pianure, lungo i fiumi i laghi e le rive dell’oceano.
Quando ebbe stabilito l’ordine della sostanza vegetale, la Volontà creò l’ultima sostanza e uscì da essa. Il nome di tale sostanza è nel pensiero del Signore della Vita, il nome con cui noi la chiamiamo è: carne.
E secondo il Suo disegno con la carne la Volontà plasmò gli uccelli. Nè plasmò di varie forme e dimensioni e colori e assegnò loro degli spiriti vivaci e dei luoghi in cui vivere: nella foresta, sulle rocce, nei prati e nelle palude, sulle rive degli oceani.
E gli spiriti manifestarono la loro gioia per avere avuto in sorte un corpo da uccello, capace di volare nel cielo, emettendo alte grida e versi e canti, ciascuno secondo la propria natura.
Gli uccelli fecero i loro nidi e cercarono cibo tra le piante. Ma la loro natura era turbolenta e si accesero liti tra di loro e i più grandi e forti presero a divorare i più piccoli. Ma anche tra i più piccoli vi era continua discordia e passione senza scopo.
Ferendosi nelle liti gli uccelli persero piume e penne e pezzi di carne. In tali frammenti però forte erano il desiderio e la vitalità: nacquero così gli insetti, i serpenti e i piccoli roditori.
La Volontà, vedendo che non vi era pace tra gli uccelli, per la loro natura esuberante, divise ogni uccello in due e suscitò desiderio reciproco nei loro spiriti. Così gli uccelli divisi in maschi e femmine si accoppiarono e trovarono quiete. E la Volontà diede loro il potere di riprodursi, donando nuovi spiriti alle nuove creature generate nell’accoppiamento. E gli uccelli così ebbero nuovo impegno nella cura dei piccoli.
Gli uccelli erano però molto stanchi, perché troppe occupazioni gravavano su di loro: i voli, i canti, la ricerca del cibo, l’accoppiamento e la cura dei piccoli. Allora il Signore della Vita stabilì un ciclo per il sole e creò la notte perché gli uccelli potessero riposarvi.
Gli uccelli piccoli ebbero però paura della notte, perché il chiarore delle stelle non consentiva loro di vedere i rapaci che venivano a cacciarli. Perciò la Volontà pose la luna nel cielo per rischiarare alcune notti, per favorire così secondo il ciclo della luna ora i cacciatori ora le prede. E con il favore delle tenebre gli alberi emisero dalle radice dei nuovi frutti: così nacquero i funghi.
Tutti quegli uccelli erano molto differenti e superiori agli uccelli che noi conosciamo, che pure sono i discendenti di quei primi uccelli. Ma gli uccelli di quell’epoca erano molto più forti e veloci e resistenti, più ricchi di colori e di disegni e piume bellissime. Non vi sono nomi che noi conosciamo per quegli uccelli, poiché nessun uomo ha mai visto tali uccelli.
Solo di un uccello è rimasta memoria del nome. Quest’uccello era il più forte e bello fra tutti gli uccelli. Proprio per questo il suo spirito si inorgoglì e prese ad amare smodatamente quel corpo e a considerarlo sopra ogni cosa.

domenica 13 maggio 2012

THNG 1 - Dal sogno


Nel sogno vi era già ogni cosa, quando ancora nulla esisteva. Tutte le cose erano nel sogno, ma senza ordine: non vi era nè tempo nè spazio per ciascuna cosa.
Venne poi la Volontà. E il primo atto della Volontà fu proprio questo: generare se stessa.
Il secondo atto fu dare ordine al sogno: La Volontà diede anche un nome all’ordine. Questo nome non ha suono e non ha immagine e solo la Volontà può intenderlo, ma quello è il vero nome dell’ordine di tutte le cose. Noi chiamiamo tale ordine: tempo.
E poichè prima del tempo non esisteva nulla di reale, ma solo il sogno e poi la Volontà e poichè la Volontà creò il tempo noi chiamiamo la Volontà: Signore del Tempo.
La Volontà veniva dal sogno e conteneva il sogno, perciò la Volontà conosceva il sogno. E la Volontà prestò attenzione al sogno e creò lo spazio perchè ci fosse un posto per realizzare il sogno.
Quindi la Volontà iniziò a dare sostanza al sogno. Per prima cosa diede sostanza a sè stessa. Prima infatti non vi era sostanza e nemmeno la Volontà aveva sostanza, ma solo essenza. La Sua essenza era pensiero. In ogni sostanza e ovunque nello spazio e nel tempo la Volontà conserva sempre la Sua essenza.
La prima sostanza fu il fuoco. La Volontà uscì dal fuoco per contemplare il fuoco. Il fuoco aveva energia, luce, calore e desiderio. E la Volontà pose il fuoco al centro dello spazio e assunse un’altra sostanza.
Creò dunque l’aria e girò intorno al fuoco prima di uscire dall’aria. Il fuoco ebbe gioia dall’aria, ma grande era in lui il desiderio e cominciò a divorare l’aria e l’aria fuggì nel nulla. Così si perse il primo vento nel nulla e diede origine allo spazio vuoto.
La Volontà creò all’ora la pietra ed uscì da essa. Essa era dura e fredda e pesante. Il fuoco avvolgeva la pietra, ma la pietra non si dissolveva e non si consumava come l’aria, ma cedeva al fuoco solo lentamente.
La Volontà allora scagliò la pietra contro il fuoco e fuoco e pietra si frantumarono e si mescolarono e si dispersero nello spazio. Così si crearono le stelle e i pianeti che ancora oggi attraversano lo spazio.
La Volontà fece tutto ciò e lo fece con il pensiero, che è la Sua essenza. E diede un nome a tutte le cose create. Noi non conosciamo il vero nome delle cose, ma le chiamiamo con i nomi che noi stessi abbiamo pensato per loro.
E poichè la Volontà ha creato il cosmo e quanto contiene noi chiamiamo la Volontà: Creatrice dell’Universo.
Tutta la creazione si muoveva, mutava e si disponeva secondo i disegni della Creatrice.
Alcune stelle si raffreddavano e morivano, nuove stelle si accendevano altrove. I pianeti si raffreddavano e la materia si separava e si amalgamava secondo la propria natura.
Dai differenti miscugli di fuoco e pietra ebbero infatti origine differenti materie e liquidi e gas. Si formarono così le rocce e le montagne e le caverne e gli anfratti nella terra ed i gas e i vapori che da essa fuoriescono. E si formarono le pianure con la ghiaia e l’argilla e tutti gli altri terreni inerti. E al di sopra fu posta l’aria.
Queste cose diede la Volontà al nostro mondo, di ciò che è negli altri mondi a noi non è dato sapere.
Ogni materiale e liquido e gas ha la sua disposizione nel mondo, non fissa ma mobile secondo l’ordine e i cicli stabiliti. Particolare è però la disposizione delle acque. Le acque si radunano infatti e si dividono, scendono dal cielo e vi risalgono come vapore, bagnano tutte le cose e le lasciano poi asciutte secondo un ordine e cicli così complessi che a noi non è dato comprendere.
Ciò fece la Volontà però non a caso, ma secondo il suo perfetto disegno perchè insieme alla luce e all’aria consentisse la vita. Mirabile sopra ogni cosa di ciò che è nel mondo è infatti la vita. La vita fu creata dalla Volontà e perciò noi chiamiamo la Volontà: Signore della Vita.

domenica 6 maggio 2012

BUGIARDINO



Lazarus resuscitamort è un farmaco alchimistico sciamanico di classe mistico filosofale che contrastando il decorso del decesso esplica una spiccata azione immortalizzante

Principi attivi. Lazarus r. sfrutta l'azione combinata di 3 principi attivi:
  1. miraculina,
  2. revivisterolo,
  3. alfa myristic beta palmiti potassio idrossi oleico sodio luril sarcosinato gamma idrossietil serotonina benzoil trans polimerizzata distearato teta formaldeide sorbitol linoleico uracil potassio monoflorofosfato dimetilaldeide dell'acido lisergico

Eccipienti: cellulosa microcristallina, amido di mais pregelatinizzato, croscarmellosa sodica, acido citrico anidro, sodio bi- e monocarboanto, citrato monosodico, povidone, talco, magnesio stearato, silice colloidale, titanio diossido.

Forma farmacologica: microgranuli solubili.

Modalità d'uso: sciogliere in mezzo bicchiere d'acqua tiepida. Non assumere cibi o bevande nei 30 minuti precedenti e seguenti l'ingestione.

Posologia: Lazarus r. va assunto in ragione di 3,47 ml per unità di valore dell'indice specifico di vitalità personale. L'indice specifico di vitalità personale si calcola con la seguente semplice formula:

integrale della funzione esponenziale del logaritmo naturale dell'età, dalla radice terza della percentuale di massa grassa corporea, alla derivata prima della funzione parabolica della massa ossea, dei battiti a riposo, e della pressione arteriosa sotto sforzo, per il sesso (2 se femmina, 3 se uomo) fratto il grado di attività.
Per l'assegnazione del grado di attività:
Maschi adulti
peso – calorie bruciate giornalmente GRADO DI ATTIVITÀ
<= 50 <= 3000 2,3
< 70 < 3500 3,4
< 90 <4000 4,6
< 110 <4500 6,9
>= 110 >= 4500 9,2
Femmine adulte
peso – calorie bruciate giornalmente GRADO DI ATTIVITÀ
<= 40 <= 2500 2,3
< 60 < 3000 3,4
< 75 <3500 4,6
< 85 <4000 6,9
>= 100 >= 4500 9,2

La dose va somministrata ogni 17,7 minuti per Kg di peso corporeo tra le 48 e le 96 ore prima del decesso naturale. La posologia in caso di morte violente è ancora in fase di studio, ma può essere indicata una somministrazione analoga a quella per morte naturale salvo diversa prescrizione medica.

Sovradosaggio: sperimentalmente è risultato sempre fatale, ma può essere individuato precocemente monitorandone i sintomi specifici correlati:
fratture spontanea, crisi epilettiche, dolori acutissimi diffusi e persistenti, nausea, cefalea, vomito, piorrea, psoriasi acuta, diarrea, ritenzione urica, eritemi ed eruzioni cutanee purulente, convulsioni, eccessi febbrili, ipotermia acuta, arresto cardiaco, emorragia cerebrale, paralisi varie, blocco respiratorio, allucinazioni, perdita di coscienza, morte fulminante.

In caso di sovra dosaggio interrompere immediatamente la somministrazione del farmaco.
Per il regresso dei sintomi specifico utilizzare i farmaci relativi disponibili.
L'interruzione della posologia vanifica in ogni caso l'efficacia del farmaco.

Effetti collaterali: Durante l'utilizzo di Lazarus r è possibile avere esperienze mistiche e di proiezione extracorporea. Può capitare di ripensare alla propria vita e di sentirsene estranei, come se la vita fosse stata ingoiata da un tempo estraneo, come se il tempo in cui avete vissuto non vi fosse appartenuto o voi non foste appartenuti al tempo della vostra vita.
Se questi pensieri vi sono già familiari durante l'assunzione del farmaco tenderanno probabilmente a diventare ossessivi.

Può capitarti di pensare che ogni decisione presa nella tua vita sia stata sbagliata, da quelle che nemmeno ricordi più perché eri un poppante e dovevi decidere solo se startene buono o piangere. Già quelle decisioni hanno indirizzato la tua vita sulla strada sbagliata. Ogni maledetto errore successivo che ha reso la tua vita una sequenza di fallimenti o di realizzazioni insignificanti era già scritto nella tua mente, nella tua psicologia e queste si sono formate così per via di quella prima decisione sbagliata, ma tu che elementi avevi per decidere correttamente? In fondo è stato solo un caso. Il destino si è costruito da solo per una concatenazione di eventi, ma alla base c'è solo il caso o diciamo pure una scelta, ma del tutto inconsapevole. Dunque non hai mai controllato veramente la tua vita. Dunque non è tua. Ma allora perché non vuoi abbandonarla?
Però se ci pensi, cosa vorresti cancellare dalla tua vita, a cosa rinunceresti? Alla fine quasi a nulla.
Ma cosa vuoi allora? Un'altra vita, da aggiungere a questa? Te ne basta una? Se il karma è buono, magari una serie intera, ma per passare dall'una all'altra occorre morire. Stai pensando di sospendere il farmaco. Non farlo: questo desiderio è un tipico effetto collaterale, ma l'interruzione della terapia può causare turbe psichiche con delirio di onnipotenza

Possono tornarti in meno le parole le parole che Murazov rivolge a Cicikov incarcerato per l'affare delle anime morte: “Non c'è nulla, sapete, che sia secondo le nostre forze: tutto è superiore alle nostre forze. Senza un aiuto dall'alto, niente ci riesce possibile”.
L'aiuto dall'alto! La mente ti corre subito a Jonas e alla sua impossibilità di poter considerare il Signore della storia contemporanemente buono, onnipotente e conoscibile. E così pensi che sì, se Dio ha creato tutto poteva creare una realtà in cui le luci erano più luminose e le ombre risaltavano da luci più soffuse anziché dal buio. Ma potrebbe essere già così, quanti neri più neri del nero che conosciamo esistono potenzialmente? Per noi lo scuro più scuro sarà sempre nero, anche se potrebbe essere solo una sfumatura di bianco. Bene e male sono solo dei giudizi. La realtà è un'altra cosa. Se è così però dobbiamo ammettere l'inconoscibilità di Dio. E allora ti viene voglia di andarlo a conoscere questo Dio. Ora, subito. Effetto collaterale!

Possono venirti in mente le parole che nella “ballata triste di una tromba” il signore sospiroso dice al suo dirimpettaio che lo apostrofava con “L'ombra e la luce si definiscono a vicenda, la vostra notte invece è senza albe, che notte è? A me sembra piuttosto uno stato di coma … Vi sembra bello?” e cioè: “Bello, dite? L'orrore dell'essere vivi, la disgrazia dell'essere nati, ecco quello che è! Chi ha questa croce, la porta.” E tu vuoi continuare a portarla, nonostante siano passate le tre del pomeriggio?

Così più cerchi di sopravvivere più ti vien voglia di morire, ma mentre stai per morire cerchi con più forza di scampare alla morte.
Non sai più se è un effetto collaterale del farmaco o dell'esistenza.
Ma questo è un problema tuo non coperto dalla somministrazione di Lazarus.

Può capitarti di ridere senza motivo, il che potrebbe anche essere piacevole, a parte la componente isterica del fenomeno, ma comunque se questo è un problema “memento mori” (ricordati che devi morire). Si sconsiglia infatti l'assunzione prolungata e ripetuta del farmaco.

Avvertenze

Conservare in luogo caldo e umido e consumare entro la data di scadenza indicata

E' un medicinale utilizzare con cautela, sotto controllo medico e tenere lontano dalla portata dei bambini