domenica 23 settembre 2012

LA VALLE DELL'INVIDIA

Nelle terre al di là del mare, dopo un’ampia pianura e dolci catene di colline sorge una valle amena. Molto tempo fa gli abitanti della valle vivevano serenamente finché un giorno un demone vecchio e stanco che passava di lì non decise di stabilirsi nella valle a godersi la pensione.
Il demone aveva trascorso la vita tormentando gli uomini con mille calamità, così lui stesso aveva sempre vissuto in zone disastrate. Pensò perciò di meritarsi finalmente una casa più comoda.
Cominciò a rendere la valle più confortevole, facendo franare gli speroni di roccia che toglievano il sole d’inverno e facendo crescere alti alberi per ombreggiare d’estate, regolando i corsi dei ruscelli e livellando le strade. Bloccava i venti troppo impetuosi e le nubi temporalesche. Di giorno splendeva sempre il sole, ma spesso la notte pioveva, abbeverando piante e animali.
Sotto le cure del demone, la valle era diventata un paradiso. Il demone però non si accontentava di un bel clima, voleva anche un passatempo.
Così aprì ben bene i suoi pori e lasciò sprizzare fuori tutta la sua invidia per gli uomini, che avevano sempre dimostrato così grande forza e pazienza nel sopportare i suoi malefici.
Gli abitanti della valle furono subito pieni di invidia. Incominciarono a invidiare le valli del nord perché avevano più freddo e più neve d’inverno, quelle dell’est perché avevano più pioggia in autunno, quelle dell’ovest perché avevano più vento in primavera e quelle del sud perché avevano più caldo d’estate. Invidiavano gli abitanti della pianura perché non avevano strade in salita e quelli delle montagne perché avevano delle strade in discesa, gli abitanti della costa perché avevano il mare e quelli del deserto perché non avevano umidità.
Tra di loro poi si invidiavano ogni cosa: campi, case, attrezzi, animali, parenti. L’invidia impregnava tutta la loro vita, le amicizie morivano, le famiglie si sgretolavano, ciascuno si isolava e incattivito, passava il tempo a guardare tutto il bene degli altri augurandosi che venisse meno.
Così la vita nella valle seppure facile perché i campi erano fertili e gli animali pingui e fecondi divenne tristissima.
Finché i lamenti dei viaggiatori che passavano per la valle e venivano maltrattati dagli invidiosi abitanti giunsero in cielo e un angelo scese a controllare la situazione.
Visto come stavano le cose, l’angelo prese le nubi dall’oceano e dalle montagne, dalle colline e dalle pianure e le convogliò sopra la valle.
Inutilmente il demone cercava di scacciarle: si accumulavano sempre più nere e più spesse. Infine si scatenò una tempesta che durò sette giorni e sette notti.
Fiumi d’acqua scesero dal cielo trascinando fango e alberi dalle montagne, distruggendo campi e boschi, disperdendo le mandrie e le greggi e travolgendo le case dei paesi di fondovalle. Gli scampati al disastro fuggirono nei paesi più in alto, anch’essi duramente provati, e là furono ospitati.
La valle era sconvolta la ricchezza perduta, ma gli abitanti si ritrovarono e unirono le loro forze per rimediare ai disastri. I più fortunati, che avevano perso meno, compatirono e aiutarono i più sfortunati che da parte loro riconobbero la fortuna dei primi come un beneficio per loro stessi, grazie all’aiuto che ne ricevettero.
Il demone vedendo che gli uomini avevano riacquistato la loro serenità si rimangiò tutta l’invidia e fuggì via e la valle tornò ad essere una valle normale, imperfetta, ma serena.

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