domenica 9 settembre 2012

JENNY E PENNY


Un uomo di nome Shon, percorrendo la via che va da Sud a Nord e vedendo quanto essa fosse lunga e faticosa decise di costruire una locanda a metà della strada, ai piedi delle montagne.
Così fece e lì si stabilì con la moglie Tara. Un bel giorno la coppia ebbe due bambine, due gemelle davvero identiche. Gli stessi capelli rossi, gli stessi occhi azzurri, le stesse labbra sottile, lo stesso naso all’insù. Le due gemelline però tanto erano uguali nell’aspetto, tanto erano differenti nel carattere. Una era infatti estremamente vivace, l’altra invece molto tranquilla.
Crescendo le due gemelle cominciarono entrambe ad aiutare i genitori alla locanda, ma mentre Jenny non si stancava mai di muoversi avanti e indietro lavorando o chiacchierando con i clienti, la gemella Penny appena poteva si sedeva in riva al fiume a guardare il cielo.
Penny amava soprattutto guardare il volo degli uccelli. Anche Jenny amava vedere volare gli uccelli, ma preferiva correre dietro alle loro ombre sui prati. Questa passione per il volo accomunava le due gemelle, che spesso ne parlavano tra loro.
Un giorno un elfo dei boschi, che ascoltava la loro conversazione, si fece avanti e rivelò loro che in mezzo alle montagne vi era un lago. La fata del lago, per un antico giuramento, realizzava i desideri di chi si fosse bagnato nel lago la sera del giorno del solstizio d’estate a patto che il comportamento di quella persona fosse stato irreprensibile nel corso dell’ultimo anno.
La fata sapeva leggere la vita delle persone dai loro occhi ed era davvero esigente e per questo dopo molte delusioni gli uomini si erano stufati di andare da lei e si erano dimenticati di lei e del lago. Solo gli elfi, che essendo immortali ricordano cose antichissime conservavano ancora questo segreto.
Le due ragazze erano così eccitate alla notizia che il loro desiderio di volare poteva essere esaudito, che non prestarono molto peso alle spiegazioni dell’elfo. Poiché però erano delle buone e brave ragazze continuarono a comportarsi bene secondo la loro natura.
Il giorno del solstizio, con il cuore in gola salirono al lago e al tramonto scesero nelle sue acque. Subito apparve la fata del lago. “Bene, bene” disse “C’è dunque ancora qualcuno che si ricorda di me. Dunque voi vorreste volare?” “Sì, sì” urlarono le ragazze. “In effetti non vi siete comportate male” disse la fata “Però tu Jenny pur avendo fatte tante cose buone, lo hai fatto per te stessa, per la tua smania di attività, più che per gli altri e perciò sei rimasta distante dal cuore delle persone che hai incontrato e tu Penny pur avendo fatte tante cose buone ne hai tralasciate molte altre per la tua indolenza. Perciò, anche se effettivamente io posso darvi il dono del volo non lo farò, ma farò invece volare questi due rospi.” Detto ciò due grossi rospi che stavano in riva al lago si trasformarono in due splendidi cigni e volarono via.
Le ragazze piansero dalla delusione, ma la fata le consolò “L’anno prossimo io sarò ancora qui e se voi tornerete, forse le cose andranno diversamente, comportatevi bene!”
Le ragazze tornarono a casa meditando le parole della fata.
Fu così che Jenny smise di correre sempre indaffarata e cominciò invece a passare molto tempo a pettinarsi e a curarsi le unghie per essere più carina con i viaggiatori di passaggio alla locanda. Penny invece si diede un gran da fare e pensò solo a lavorare.
Così passò un anno e le due ragazze tornarono al lago. La fata quando le vide scosse la testa e due coniglietti si trasformarono in due meravigliose aquile e volarono via. Le due ragazze capirono subito di aver fallito ancora e cominciarono a riflettere sul racconto dell’elfo, forse davvero non era possibile accontentare la fata. “Non scoraggiatevi ancora” disse però la fata “avete toccato i due estremi adesso potete trovare l’equilibrio”.
Le due ragazze sconsolate tornarono a casa e decisero di controllarsi e limitarsi a vicenda. Così lavorando e riposando insieme e occupandosi dei viaggiatori senza foga, ma con compartecipazione acquisirono grande fama presso tutti i viandanti del paese.
Al solstizio successivo la fata le accolse sorridendo “Questa volta sì, avete meritato il premio!” Felicissime le gemelle aspettavano di essere trasformate in qualche uccello, ma dopo un po’ vedendosi sempre uguali, un po’ dubbiose guardarono la fata. Questa rise e le prese per mano e volò con loro: “A voi ho dato il potere delle fate, perciò potrete volare con il vostro corpo e fare molte altre cose”.
Le due gemelle felicissime divennero così due fate, impararono molte magie dalla fata del lago e volarono per tutta la terra per aiutare la gente meritevole che ne aveva bisogno.

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