C’era una volta un
brav’uomo che aveva una casetta, una stalla, dei campi e molti
amici.
Una sera uno di questi
volle fargli uno scherzo e, indossata una maschera, girò quatto
quatto dietro la stalla.
L’uomo però lo sentì
e gridò: “Chi è là?” L’amico non rispose. Allora l'uomo si
acquattò dietro la porta con un bastone in mano e aspettò.
D’improvviso l’amico
mascherato entrò urlando nella stalla. L’uomo spaventatissimo
sferrò una bastonata e lo colpì in piena testa. L’amico stramazzò
a terra. L’uomo lo guardò e vide che l’orribile volto era
soltanto una maschera. Tutto preoccupato tolse la maschera e scoprì
il suo amico con la testa rotta.
Disperato l’uomo,
chiamò aiuto. Purtroppo però l’amico era già morto. Tutti
dissero che l’uomo non aveva nessuna colpa per quell’incidente e
cercavano di consolarlo. Ma l’uomo non sapeva rassegnarsi.
Abbandonò tutto e fuggì
sul monte. Trovò una grotta in cui rifugiarsi e decise di mangiare
solo frutta, bacche, erbe e funghi. Giurò a sé stesso che mai più
avrebbe ucciso neppure un animale.
Così cominciò a
condurre una dura vita da eremita, senza più uccidere né un’animale
né una pianta, perché anche di quelle raccoglieva solo alcune
parti, soprattutto i frutti, badando bene di non danneggiare né la
pianta né i semi.
Un giorno mentre dormiva
delle formiche fecero il nido nel suo cappello. L’uomo per non
rovinare il formicaio decise di non togliersi più il cappello. E
così fece.
L’uomo conduceva la sua
misera vita e intanto il formicaio cresceva sulla sua testa. Le
formiche andavano e venivano sul suo corpo in lunghe file. L’uomo
poi stava ben attento quando camminava di non schiacciare i piccoli
insetti che si muovevano tutt’intorno a lui.
Ad un certo punto il
formicaio divenne così grosso e pesante che l’uomo cominciò a far
fatica a muoversi. Il suo collo e la sua schiena erano piegate dal
peso del formicaio, ma l’uomo per tener fede al suo giuramento, non
toccò il formicaio.
Infine l’uomo, visto il
peso che aveva sulla testa, rinunciò del tutto a muoversi e resto
fermò nella sua grotta schiacciato dal formicaio.
Già malnutrito che era
in breve tempo cominciò a indebolirsi e stava per morire. Allora le
formiche abbandonarono il nido, lo smantellarono e lo ricostruirono
per terra nella grotta, poi andarono a raccogliere dei frutti e
imboccarono l’uomo finché si riprese.
L’uomo visto ciò che
le formiche avevano fatto per lui si sentì amato e perdonato anche
per il suo involontario crimine di molti anni prima.
Ringraziò le formiche e
ridiscese al paese. Lì fu accolto come un vecchio amico e presto per
la sua saggezza e bontà divenne un punto di riferimento per tutti.
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