Un giorno in un villaggio ai confini
del regno in casa del fabbro nacque un bambino bello e vispo. Qualche
anno dopo nello stesso villaggio in casa del calzolaio nacque una
bimba bella e vispa. Entrambi crebbero ed il ragazzo divenne un
giovane prestante e di rara intelligenza e furbizia, mente la bimba
fiorì in una ragazza intelligente, ma soprattutto incredibilmente
bella. Lei stessa guardando la sua immagine riflessa nel bacile, nel
lavatoio, nelle fontane, nel lago e in ogni altro specchio naturale
non poteva che constatare di essere splendidamente affascinante.
Ascoltando i discorsi delle comari finì col persuadersi che, data la
sua bellezza, solo un principe era degno di averla in sposa. Andò
dunque dal capo villaggio ad informarsi se e come la cosa fosse
possibile.
“Oh la cosa è ben regolamentata
dalla legge” le rispose e consultando il grosso libro delle leggi
del regno le spiegò che le ragazze che volevano ambire alla mano del
principe dovevano procurarsi 5 paia di scarpe di ferro e mettersi in
cammino con il primo paio ai piedi verso la prima sede ducale e lì
seguire le istruzioni per il lungo viaggio attraverso il quale,
consumando le 5 paia di scarpe di ferro e superando 5 prove, sarebbe
giunta al cospetto del principe che avrebbe deciso se prenderla in
moglie.
La ragazza non si spaventò, ma corse
subito dal padre chiedendogli di confezionarle le scarpe. Ma il padre
rispose: “Figlia mia, sarei ben lieto che tu potessi diventare una
principessa, ma io lavoro il cuoio, non il ferro, devi andare dal
fabbro e chiedere a lui di prepararti simile scarpe”. La ragazza
corse dal fabbro, che acconsentì di prepararle le scarpe e le chiese
solo in cambio di ricordarsi del suo villaggio natale quando sarebbe
stata alla reggia, perché il terreno era generoso e la gente era
laboriosa, ma le tasse reali erano così esose che portavano via
quasi tutto lasciando gli abitanti sulla soglia dell'indigenza. Del
resto i guerrieri del regno vicino spesso sconfinavano e senza
l'aiuto delle truppe reali non c'era modo di difendersi. Il fabbro
quindi istruì il figlio su come costruire le scarpe e lasciò a lui
il lavoro. Il ragazzo mise moltissimo tempo a misurare i piedi della
ragazza e a provare vari stampi. La ragazza si rese conto che il
giovane fabbro la stava tirando un po' per le lunghe, ma pensando a
quanta strada doveva fare giudicò che non sarebbe stato male avere
delle scarpe che le calzavano bene, inoltre il giovane era simpatico
ed era piacevole chiacchierare con lui e nemmeno le dispiaceva
fermarsi ancora un po' a casa prima di abbandonarla per sempre.
Infine dopo qualche mese le scarpe furono pronte. Nel consegnarle il
ragazzo le diede anche un minuscolo sacchettino di sabbia rossa
pregandola di portarlo con sé come porta fortuna. Ora bisogna sapere
che il giovane per aiutare la ragazza di cui si era segretamente
innamorato, come del resto tutti i giovani del paese, le aveva messo
nel quinto paio di scarpe della sabbia rossa perché le suole si
consumassero più velocemente.
Con una veste lunga ed un cappuccio che
le copriva i capelli e le nascondeva il volto ed una bisaccia in
spalla con il primo paio di scarpe ai piedi, salutò i genitori e
partì.
La ragazza si incamminò, uscì dal
villaggio, dalla marca e sempre camminando e facendo vari lavori nei
villaggi che attraversava per guadagnarsi un po' di vitto e di
alloggio si avviò in direzione del capoluogo del primo ducato.
Lì si presentò ai funzionari, che,
dopo aver apprezzato la sua bellezza, consultarono i loro
regolamenti, controllarono i 5 paia di scarpe, le raccomandarono di
tenere con sé i resti di ogni paio di cui avesse consumato le suole
e poi le diedero una mappa con il tracciato del suo viaggio fino alla
capitale del regno.
La ragazza partì e attraversò il
ducato, poi una contea e un'altra ancora. Giunse ai piedi del monte
Santo sulla cui cime si ergeva un santuario che la ragazza doveva
raggiungere. Una lunghissima scalinata si inerpicava a perdita
d'occhio sulla ripida montagna. La ragazza era ormai allenata a
camminare, ma quella scalinata era veramente ripida e sembrava senza
fine. Quando però si accorse che il primo paio di scarpe si era
ormai consumato scoprì nuove energie che la fecero giungere in cima
quasi senza fatica. Lì ebbe dai sacerdoti la reliquia che nelle
carte avute dai funzionari le veniva richiesto di portare nella
capitale.
Scesa dal monte camminò ancora per
tantissimo tempo fino a giungere sulle sponde di un grande lago. Il
secondo paio di scarpe era ormai consumato. Si presentò all'ufficio
dei funzionari che le indicarono un'isolotto, Doveva raggiungerlo a
nuoto, raccogliere un raro fiore che solo lì fioriva e ritornare a
prendere il suo sacco e le sue scarpe prima di proseguire il viaggio.
L'acqua era molto fredda e la corrente era forte, ma la ragazza
riuscì a portare a termine anche questa prova.
Camminò,camminò e camminò ancora. Il
terzo paio di scarpe si consumò e giunse nel capoluogo indicato
dalla mappa. Lì i funzionari reali la condussero sul bordo di una
palude e le dissero di attraversarla. Dall'altra parte avrebbe
trovato degli altri funzionari ad attenderla.
La ragazza non era affatto contenta
perché per camminare nella palude dovette togliersi le scarpe, così
quel cammino non risultava utile per consumarle. Nella palude
incontrò serpenti e sanguisughe, zanzare e pantegane, tratti in cui
affondava nel fango fino alle ginocchia e tratti di vegetazione così
fitta che dovette farsi largo menando fendenti con le scarpe di
ferro.
Dormiva tra i rovi per non essere
attaccata dalle fiere notturne e con bastoni appuntiti catturava i
pesci che mangiava crudi, perché in quell'ambiente non c'era nessuna
possibilità di accendere un fuoco, giacché tutto era intriso
d'acqua, Alla fine arrivò al cospetto dei funzionari sull'altro lato
dell'immensa palude.
Quelli le consegnarono un pesantissimo
zaino e la invitarono a proseguire dopo averle spiegato come ricavare
acqua dai cactus. Infatti dopo non molti giorni la steppa si tramutò
in un vero e proprio deserto sassoso. Per fortuna non era un deserto
caldo, ma attraversarlo con quell'enorme peso sulla schiena e avendo
come cibo e come bevanda solo il cuore dei cactus fu un'impresa
veramente spossante.
Ma alla fine anche quella prova giunse
alla fine. Il lato positivo era che le scarpe si erano consumate più
velocemente del solito.
Giunta alla città segnata sulla sua
mappa si presentò ai funzionari locali.
Questi la portarono dal duca che
l'ospitò nel suo palazzo offrendole sontuosi banchetti e facendola
dormire in un letto morbidissimo. Fece bagni profumati e passeggiò
in giardini incantevoli. Tutta la servitù del duca la seguiva e non
le faceva mancare nulla. Si riposò così per 5 giorni. Poi dovette
posare per un dipinto che fu subito inviato alla corte.
Infine fu sottoposta ad un'accurata
visita medica e fu invitata a proseguire il viaggio.
Dopo 7 giorni di cammino il 4 paio di
scarpe finì di consumarsi rimanendo come i precedenti senza suole.
Tutta allegra la ragazza calzò il 5 paio di scarpe e ripartì. La
strada era ancora lunga e attraversava 7 contee e 2 ducati prima di
giungere nella capitale. Ma dopo 3 giorni di cammino, la sera nel
togliersi le scarpe la ragazza si accorse che la suola era già quasi
completamente consumata. Come era possibile? La mattina dopo con il
favore della luce del sole, era uno splendido giorno di primavera,
esaminò con attenzione le suole. Si accorse allora che il metallo
aveva uno strano riflesso rossiccio. Guardò ancora e vide dei
minuscoli puntini rossi. Dopo un attimo, prese il sacchettino
portafortuna e lo aprì. La sabbia rossa era sottilissima e aveva
l'identico colore dei granelli nella scarpa. Capì allora che il
giovane fabbro aveva escogitato quel trucco per risparmiarle la
fatica dell'ultimo tratto di strada. Grata si rimise in cammino. Dopo
altri tre giorni le suole erano completamente consumate e la ragazza
mise nella saccoccia il resto delle scarpe insieme agli altri 4 paia
e si avviò a piedi nudi. Dopo tutto quel camminare nelle scarpe di
ferro i suoi piedi erano divenuti più duri del cuoio. Passati altre
3 giorni vide passare sulla strada una strana pattuglia di cavalieri.
Dei 4 cavalieri infatti 2 portavano le divise del regno, ma 2 quelle
del regno nemico che ben conosceva perché stava oltre il suo
villaggio natale. Dopo un po' vide arrivare molti soldati, davanti
c'erano alcuni soldati del regno, ma dietro solo soldati nemici. Poi
passò una grande e ricchissima carrozza con le insegne del nemico e
poi ancora soldati. Poi arrivarono diversi carri. Sul fondo
dell'ultimo carro 2 paggi dondolavano le gambe dal bordo. “Vuoi un
passaggio?” gridò uno dei 2. In un lampo la ragazza comprese che
un simile corteo poteva andare solo alla capitale e questo le avrebbe
risparmiato molti giorni di cammino e dato che le scarpe erano già
consumate poteva fare almeno una giornata di viaggio comodamente
seduta . Così allungò la mano e si fece issare sul carro. Quando la
videro da vicino i paggi restarono estasiati per la bellezza del suo
volto.
Erano dei servi del re del regno nemico
che andava in visita al re del regno.
Strinsero presto amicizia e le fecero
indossare dei vesti da paggio, ma le fasciaronola testa perché non
si vedesse il volto e dissero che il loro amico si era scottato con
l'acqua bollente. Così la ragazza potè continuare tutto il viaggio
con la comitiva reale, aveva infatti pensato che una volta nella
capitale avrebbe aspettato fingendosi un paggio per tutto il tempo
necessario ad arrivare a piedi e sarebbe così comparsa al momento
giusto a corte.
Ma i suoi nuovi amici quando conobbero
la sua storia la misero in guardia dalla cattiveria dei nobili e dei
regnanti e si domandavano sospettosi perché fosse necessaria tutta
quella fatica per poter sposare un principe ad una ragazza così
bella che anche per l'imperatore dell'universo, se mai fosse
esistito, sarebbe stato una gioia averla in sposa.
Così una volta a corte la ragazza si
intrufolò di nascosto nella residenza del principe per poterlo
vedere. Se l'avessero scoperta avrebbe detto di essersi persa e con
un calcio l'avrebbero rispedita tra i paggi del re straniero.
Ma tutto andò bene. Vide il principe e
ne restò molto delusa: era piccolo grasso e antipatico. Lo seguì
senza farsi notare fino alla stanza del trono dove ascoltò un
dialogo tra lui e i suoi genitori, il re e la regina che gli fece
passare completamente la voglia di divenire principessa.
I sovrani spiegarono infatti al figlio,
riluttante a sposare una popolana, ma soprattutto una donna, che
compiendo quell'incredibile viaggio e superando le prove aveva
dimostrato di essere molto forte, che non aveva nulla da temere. La
ragazza era bellissima, oltre ogni normale speranza, ed era
assolutamente fortissima e sana e di questo sangue buono aveva
bisogno la loro casata, infiacchita da matrimonio tra nobili per
ritemprarsi e generare una progenie in grado di mantenere il potere.
Per questo esisteva la legge delle 5
paia di scarpe di ferro. Ad ogni modo la popolana non sapeva nulla
dell'etichetta e della vita di corte e sarebbe stata facile
sottometterla educandola alle buone maniere e all'obbedienza al suo
sposo. Infine una volta generati i discendenti il suo ruolo si
sarebbe esaurito e se al principe fosse piaciuto avrebbe potuto farla
recludere in una torre e prendersi come compagne tutte le cortigiane
che voleva.
Il principe se ne andò soddisfatto,
mentre la ragazza impietrita restò nel suo nascondiglio.
Ebbe così modo di assistere anche
all'incontro tra i 2 sovrani. I 2 re erano chiaramente amici e il re
nemico raccontò che il suo popolo era sempre più irrequieto e per
non dover diminuire le tasse l'unica soluzione era combattere una
bella guerra. Il re della ragazza promise di radunare subito il suo
esercito e di attaccarlo, avrebbe distrutto un po' di villaggi e poi
si sarebbe ritirato come al solito.
La ragazza era furiosa, andò dai suoi
amici paggi e si fece dare un'armatura leggera ed un cavallo veloce e
insieme ai 2 amici anch'essi armati e a cavallo, precedette
l'esercito del re parlando a tutti i capi dei villaggi sulla strada
fino alla frontiera.
Così lungo tutta la lunghissima strada
da ogni villaggio squadre di uomini e di giovani si univano come
volontari all'esercito. I generali erano perplessi, ma se i villici
volevano morire al posto dei loro soldati andava benissimo. Quando
arrivarono nel territorio nemico l'esercito era immenso. La ragazza e
i suoi amici parlarono ancora ai capi dei villaggi e il popolo si
sollevò a appoggiò l'esercito nemico. I generali confusi dagli
eventi cedettero alle insistenze delle truppe e marcarono fino alla
capitale ribaltando il regno. Poi tornarono in patria e con un
esercito composto da molti cittadini dei 2 regni deposero anche i
propri regnanti.
La ragazza tornò al suo villaggio
sposò il giovane fabbro e insieme andarono nella capitale dove lei
fu eletta presidente della nuova repubblica unita mentre il marito e
i 2 amici ex paggi divennero ministri del governo. E vissero felici e
contenti insieme a tutto il popolo.
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