domenica 24 ottobre 2021

Arrestato il governatore Alken Tuniz

 Roma, 9 novembre 2021.

Oggi al termine dell'audizione alla commissione esteri del Senato, promossa dal presidente della stessa senatore Petrocelli, del governatore dello Xinjiang, rappresentante del Partito Comunista Cinese, lo uiguro  Alken Tuniz all'uscita da palazzo Madama è stato tratto in arresto dalla polizia di stato e condotto  prima in questura e poi al carcere di Rebibbia in attesa di essere trasferito in Olanda a Den Haag (Aia) ove ha sede la Corte di giustizia internazionale.

Il questore di Roma Mario Della Cioppa e la ministra Cartabia in una conferenza stampa congiunta hanno spiegato di essere in attesa dell'ordine di trasferimento dalla corte internazionale ove si sta formalizzando l'accusa di crimini contro l'umanità per l'internamento e la riduzione in schiavitù nei campi di prigionia dello Xinjiang di oltre un milione di cittadini uiguri, per le sterilizzazioni forzate delle donne della minoranza etnica e religiosa cinese e per altri reati correlati.

La Presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen ha dichiarato prudentemente di essere in attesa di maggiori informazioni sulla questione, ma che  l'Italia  è un paese democratico e autorevole che gode della massima fiducia a livello internazionale e sicuramente la sua azione risulterà pienamente legittima.

Pieno sostegno invece dal segretario di stato Statunitense Tony Blinken che parla già di responsabilità oggettive del leader cinese Xi Jinping che dovranno essere attentamente valutate dalla Corte.

La Repubblica Popolare Cinese ha subito richiamato a Pechino l'ambasciatore e minaccia ora la rottura delle relazioni diplomatiche con l'Italia e ha dichiarato che non tollererà da parte di chichessia ingerenze  nelle questioni interne cinesi.

Il presidente Patuanelli, dopo aver assistito impotente alle pesanti accuse rivolte dai membri della sua Commissione al governatore, sulla base di documenti precedentemente inviati all'autorità giudiziaria e che hanno determinato l'intervento di quest'ultima, si è reso irreperibile e lo stesso dicasi per il ministro degli esteri Di Maio.

Questa è la notizia che il 9 novembre, anniversario della caduta del muro di Berlino, non leggerete e l'audizione del gerarca comunista Tuniz alla commissione esteri del Senato si risolverà nella classica farsa in cui il carnefice parlerà dell'amore della patria cinese e del Partito per il suo popolo uiguro e delle misure educative e per il rilancio socio-economico della regione che la propaganda occidentale ha trasformato in maniera falsa e provocatoria in atti illeciti.

La notizia non ci sarà, ma a volte è bello sognare


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