domenica 10 ottobre 2021

Mirabile esempio di cattivo giornalismo.

 Nel numero del 6 ottobre di Panorama Mario Giordano intitola la sua rubrica "Il grillo parlante" con un perentorio "Nessuna deroga per la droga". 

Non cerca però di convincere i lettori delle sue ragioni, ma semplicemente prova a raggirarli. 

Inizia subito con "Il referendum per la legalizzazione è un po' in affanno? Il governo vara una proroga". Che il referendum sia in affanno è una menzogna clamorosa, il referendum ha battuto ogni record di celerità, certo grazie anche alle modalità digitali, e chi si sta mettendo di traverso è lo Stato, che non rispetta, tanto per cambiare le sue stesse regole, e disattende i tempi previsti e garantiti dalla legge per il passaggio burocratico che spetta ai comuni dell'allegare i certificati elettorali alle firme raccolte.  Ma Giordano prosegue "I tempi sono a rischio? Ci saranno due mese in più" Sta ripetendo la stessa falsità, ma dando l'impressione di aver già dato due motivazioni anziché una. Ripete anche lo squallido gioco di parole "canna montata" per dire "sa essere persino spietata" per chi chi contesta il diritto "di "proclamare la Santa Maria nuova protettrice d'Italia" e su questo torniamo dopo. 

Poi fa confusione dicendo che "i cantori dell'hashis libero ammettono le droghe ma non le deroghe", ma come, non era lui che non ammetteva le deroghe! E prosegue sul gioco di parole tra droghee  deroghe, ma con questo errore di partenza. Pezzo scritto con grande attenzione e professionalità: complimenti!

Poi taccia i sostenitori del referendum di non accettare il dialogo, di avere la verità in tasca e di ripetere solo ossessivamente che chi non vuole la droga libera appoggia le mafie, mentre Borsellino affermava il contrario. Ora con tutto il rispetto per Borsellino e detto che è chiaro che le mafie non si battono togliendo loro solo uno dei loro molti business è però assurdo pensare che le mafie a differenza di qualsiasi altra attività economica possano perdere uno dei rami più importanti del loro business senza indebolirsi, ma a Giordano non serve spiegare perché non è così, basta citare il nome di Borsellino. 

"Canna montata, critica vietata" è l'assioma successivo del grillo parlante. Invece ieri e oggi ho seguito, ampi tratti del Congresso dell'Associazione Luca Coscioni dove ho sentito molti ragionamenti e analisi in cui le ragioni degli avversari venivano discusse e dove del caso confutate apertamente con vero metodo democratico e aderenza ai fatti degna dei fautori della ricerca scientifica , a differenza di quanto fa Giordano che parla di "tutti" senza mai menzionarli  e senza mai riferire con onestà e correttezza i loro ragionamenti..

Poi Giordano si lancia in una requisitoria contro gli spinelli dati come acqua fresca ai ragazzini, ma chi mai ha affermato che i minorenni debbano essere liberi di consumare prodotti a base di cannabis? O che la cannabis non abbia nessun effetto negativo?

Se la prende poi con lo Stato che da una parte scrive il fumo fa male sui pacchetti e poi vende le sigarette e non contento di questa schifezza vuole estendere il metodo alla cannabis.

A parte che il referendum attuale vuole solo abolire il divieto di coltivazione, e per arrivare alla libera distribuzione e stabilire in quale forma c'è molto strada da fare, ma quale sarebbe la soluzione di Giordano per le sigarette far fare soldi ai privati o vietare anche quelle per regalare un altro commercio alle mafie?

Ancora Giordano: "Poi il voto. Tutto per dire che drogarsi è lecito, è buono, è giusto". Ancora una mistificazione colossale, meglio essere sempre contro le droghe male assoluto, salvo poi scoprire che anche i tuoi amici più fidati ne fanno uso, come appena capitato a Salvini o ammettere che è un consumo che non si riesce ad abolire e dunque cercare di regolamentarlo puntando alla limitazione del danno?

Il problema carcerario in Italia è enorme, ma metà dei detenuto è lì per reati connessi con l'uso delle sostanze stupefacenti, ha senso?

Aggiungo ancora una domanda: se l'unico rimedio contro le tanto temute droghe, che causano anche gli incidenti stradali, sono divieti e repressione, perché quella più dannosa in Italia, cioè l'alcol è invece permessa? La storia degli USA forse ha spiegato qualcosa e forse la libertà di bere una birra o un bicchiere di vino non è "cultura dello sballo", ma esercizio di un diritto individuale non privo di rischio ma non così grave da dover esser vietato. E l'alcol è una droga pesante.


E non parliamo della cannabis terapeutica, che è una vergogna diversa, ma che parte sempre dalla stessa demonizzazione di una sostanza in quanto droga.

Ribadisco: questo è un pessimo modo di fare giornalismo tutto ideologico e impermeabile al riscontro dei fatti.



 


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