domenica 7 febbraio 2021

IL PRINCIPE DRAGHI

Qualcuno di recente invocava  il metodo romano di nominare un dittatore in caso di guerra e forse anche Conte la vedeva in quel modo. Dobbiamo però riconoscere che la transizione dalla repubblica parlamentare alla dittatura è in Italia già in corso da tempo. 

A parte la latitanza di una informazione libera, prima il Parlamento ha ceduto il suo potere al Governo con i ripetuti voti di fiducia, i decreti legislativi non coerenti per materia e non urgenti, i DPCM, poi il Governo stesso ha alzato bandiera bianca e ha rimesso il potere al Capo dello Stato, che ha deciso in totale autonomia, come un sovrano assoluto, il Premer da imporre al paese e la maggioranza che deve sostenerlo.

Insomma ha nominato il Principe Draghi. E le forze politiche si stanno dimostrando pronte ad avvallare l'investitura.

Al di là che Draghi è un uomo pericoloso, per la sua storia di "finanziere", è per un paese allo sbando - che si ostina da anni a non volere cambiare (né con un autentico federalismo interno né con la cessione di maggior sovranità all'Europa), ma persiste solo a redistribuire la ricchezza tra gli amici e gli amici degli amici- è Draghi un male necessario nella misura in cui costringerà ad un uso proprio del Next Generation UE.

Personalmente mi auguro che sia FdI sia LeU non entrino nel Governo né lo sostengano dall'esterno, ma restino all'opposizione. Penso infatti che l'opposizione sia una ricchezza, una componente essenziale della democrazia o nel nostro caso di ciò che ne resta.

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