“Sono
serena, ma determinata, estremamente determinata”.
“Capisco
vuoi che ogni tassello vada la suo posto”
“Proprio
così” sorrise Roxana.
E
sgranò i suoi grandi occhi verdi.
L'effetto
era garantito, e lei lo sapeva bene. Infatti lui catturato da quello
sguardo magnetico si piegò verso di lei e la baciò dolcemente.
Poi
però aggiunse:
“Pensi
davvero di poter controllare ogni cosa?”
“No
davvero Leo, anzi so che davanti ho molti mulini a vento, ma voglio
fare ciò che ritengo giusto e ciò che penso mi possa fare bene”.
“Ok allora andiamo
a parlare con questo pastore”.
Si avviarono e
intanto Leo ripensava alla singolare storia della sua nuova ragazza.
Roxana
era nata quasi per un capriccio della madre, che pur fortemente
orientata in campo sessuale in senso omosessuale, non aveva voluto
privarsi della maternità ed aveva a tal fine ricercato rapporti con
uomini appositamente da lei selezionati per lo scopo riproduttivo.
Appena rimasta in cinta aveva abbandonato per sempre ogni rapporto
eterosessuale.
Quando
Roxana ancora non sapeva camminare, Mihaela aveva avuto la fortuna di
diventare la segretaria personale di una giovane manager italiana,
mandata in Romania a sistemare le questioni di gestione del personale
da una grossa ditta italiana che aveva delocalizzato aprendo un
grosso stabilimento di produzione.
Giulia
era molto brava, preparata e determinata, ma sapeva anche essere
dolce e questa era probabilmente la sua arma più potente. Certo non
usava invece le sue doti fisiche, pur di tutto rispetto, per farsi
spazio nel maschilistico mondo degli affari. Anche perché agli
uomini non era per nulla interessata, essendo lesbica.
Mihaela
e Giulia avevano subito trovato un'ottima intesa lavorativa e in
breve anche umana, fino a diventare amanti. Quando Giulia, dopo due
anni, completata la sua missione, era ritornata in Italia, aveva
chiesto e e ottenuto di portare con sé dalla Romania la nuova
segretaria.
Roxana
era così cresciuta in Italia con le su due mamme.
A
quindici anni aveva conosciuto un ragazzo di cui si era innamorata
con tutto il cuore. Il ragazzo era molto religioso e l'aveva
introdotta nella comunità parrocchiale, dove Roxana aveva cominciato
con convinzione il cammino catecumenale per arrivare al battesimo.
Poi
improvvisamente, prima di diventare cattolica, il mondo le era
crollato addosso. Mihaela a si era ammalata e nel giro di pochi mesi
era morta. Il permesso di soggiorno di Roxana era scaduto e giacché
Giulia, la sua seconda mamma non aveva potuto contrarre nessun tipo
di vincolo con la sua madre biologica, non restava che chiedere
l'affido di Roxana al giudice dei minori. Questo visto la nazionalità
della ragazza si era rivolto al tribunale di Bucarest. Purtroppo i
funzionari rumeni interpellando i colleghi italiani avevano scoperto
che la richiedente l'affido era lesbica e di conseguenza avevano
deciso il rientro di Roxana in Romania per affidarla ad un
orfanatrofio.
Si
trattava di attendere due anni, il tempo che mancava a Roxana alla
maggiore età e alla possibilità di scegliere autonomamente della
sua vita, non era il caso di complicare il tutto cercando di
sottrarsi alla legge.
Per
fortuna Giulia era economicamente molto ben messa e così aveva
potuto andare a trovare Roxana molto spesso e aveva anche fatto
alcune generose donazioni all'istituto che ospitava Roxana,
migliorando così le condizioni della figlia e di tutti gli altri
ospiti.
Roxana
si era buttata anima e corpo sullo studio, ottenendo il diploma
rumeno, ma preparandosi anche alla maturità italiana che aveva
sostenuto da privatista con pieno successo appena tornata in Italia.
Ora
si era iscritta a Giurisprudenza, con l'obbiettivo di lavorare nel
campo della giustizia minorile e si era già anche iscritta
all'associazione “Certi diritti”.
Si
era trovata un nuovo fidanzato, visto che il precedente legame non
aveva retto alla prova della separazione, e ora stava cercando una
nuova comunità cristiana dove vivere la propria fede personale senza
però scontrarsi con una chiusura omofobica che non poteva tollerare.
“A
chi avrebbero fatto del male le mie mamme se, come volevano, avessero
potuto sposarsi? Quali conseguenze negative potevano nascere per la
società per quell'atto così privato e così pieno d'amore? Invece i
due anni d'inferno che ho passato io nell'orfanatrofio di Bucarest
sono un concentrato di sofferenze inimmaginabili per chi non le ha
vissute e sono il frutto diretto di quell'assurdo rifiuto di
concedere il matrimonio e di conseguenza la mia adozione da parte di
Giulia. Chi parla di amore non può essere complice di tanta
cattiveria senza senso. Ma di cosa hanno paura?”
Leo
non aveva mai pensato in questi termini, si era sempre piuttosto
chiesto perché gli omosessuali ambissero così tanto ad un istituto
che ormai la maggior parte degli eterosessuali vedeva perlomeno con
sospetto se non lo ripudiava completamente. Ora però ragionando con
Roxana si rendeva conto che il fatto che lo Stato avesse per quanto
indebitamente mutuato dalla religione il matrimonio come forma di
contratto tra le persone non cambiava la sostanza del problema: molti
diritti erano stati direttamente legati a quel contratto e chi non
poteva contrarlo veniva anche privato dei diritti. Visto così il
rifiuto di un diritto sulla base di differenze di costumi non potava
che essere considerato un arbitrio del tutto incostituzionale. Per lo
più queste differenze di costumi non erano tanto una questione di
scelte, quanto un dato di fatto di natura. Quindi somma ingiustizia e
mancanza di misericordia.
“Per
Mihaela l'eterosessualità era accettabile per quanto poco
desiderabile, ma Giulia preferirebbe morire che avere un rapporto con
un uomo, non è una sua scelta, Dio l'ha fatta nascere così e come
può la Chiesa di Dio dire a Dio che ha sbagliato. che
l'omosessualità è contro le leggi che loro suppongo Egli abbia
dato?” A Leo a quel punto era venuto da ridere.
Si
fermarono qualche minuto per baciarsi. Poi ripresero a camminare
abbracciati.
Leopoldo
era fondamentalmente agnostico, ma per far contenta Roxana fingersi
con sé stesso un tantino credente era uno sforzo da poco, così era
ben lieto di accompagnarla a conoscere questo pastore e, se Dio lo
voleva, un giorno avrebbero potuto sposarsi lì, perché per sua
fortuna, Roxana era eterosessuale al 100%.
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