Un
anziano maestro aveva raggiunto un tale livello di consapevolezza da
riuscire ad assorbire direttamente l'energia dell'universo. Aveva
perciò smesso di consumare cibo e si limitava a bere ogni mattina
una goccia di rugiada. Solo nelle giornate molto calde o quando la
sua attività fisica aumentava verso sera beveva un'altra goccia
d'acqua. Ogni giorno però meditava per un paio d'ore.
Per
il resto faceva una lunga passeggiata, un po' di ginnastica e poi
studiava e insegnava.
Tutti
avevano notato che, oltre a godere di perfetta salute, il maestro, da
quando non toccava più cibo, sembrava aver smesso di invecchiare ed
erano passati ormai quasi dieci anni.
Un
giorno giunse un piccione viaggiatore con un messaggio.
Mia
nipote è malata, devo andare da lei, sono 5 giorni di cammino, vieni
con me, – disse ad un giovane discepolo.
Il
discepolo preparò una grossa sacca più una piccola con tutto il
necessario per il viaggio, in particolare cibo, mentre il maestro
prese solo una stuoia per dormire, un mantello impermeabile, un
ricambio di indumenti e una piccola borraccia.
Il
mattino seguente all'aurora dopo la colazione del discepolo e la
goccia di rugiada del maestro meditarono per un paio d'ore e si
misero in cammino. Il maestro camminava ad un passo appena un po'
lento, ma molto regolare e a sera bevve una goccia d'acqua. Così per
cinque giorni.
Giunsero
infine a casa della giovane nipote che era molto debole e sofferente.
Il maestro le parlò, passò le mani sopra di lei per sentire i
flussi di energia e poi diede istruzioni al discepolo per trovare e
raccogliere alcune erbe e radici nel bosco e nei prati.
Per
una settimana preparò il cibo per la ragazza, cantò sopra di lei,
le applicò degli impacchi e degli oli, recitò con lei alcuni
mantra.
Alla
fine la ragazza si era ripresa completamente e maestro e discepolo
ripresero la via del ritorno.
Lungo
il cammino trovarono una coppia di ragazzini con due paia di capre
malconce distese per terra. Lei piangeva sommessamente, mentre lui
prendeva nervosamente a calci i sassolini del sentiero.
Hanno
mangiato delle erbe strane e ora stanno male e non fanno più il
latte – spiegarono.
Il
maestro le visitò, si fece spiegare l'aspetto delle erbe e poi mandò
il discepolo a raccogliere delle erbe e delle bacche, che diede alla
capre.
Si
fermarono la notte e la mattina del giorno seguente finché le capre
non furono di nuovo vispe e le mammelle tornarono a riempirsi. I
ragazzini vollero condividere il loro formaggio e il loro pane con i
loro salvatori e con grande stupore del discepolo il maestro ne
mangiò.
Dopo
un'ultima giornata di cammino maestro e discepolo furono di ritorno,
ma il maestro pareva molto stanco, anzi a guardare bene era
improvvisamente invecchiato.
Il
mattino seguente il maestro fece scendere una goccia di rugiada sulla
lingua e riprese le sue abitudini.
Maestro
il cibo che hai preso non ti ha giovato – esclamò il discepolo.
Non
ne dubitavo – sorrise il maestro.
Perché
allora lo hai mangiato?
Sarebbe
stato scortese rifiutare l'unico segno di riconoscenza che potevano
offrirci.
Il
discepolo guardò il maestro dubbioso e triste.
Il
maestro intuì i suoi pensieri e gli disse:
Tu
giudichi dalle apparenze, ma la mia forza interna si esaurisce al di
là delle variazioni del mio aspetto.
I
due si guardarono, il volto del discepolo si rilassò, poi il maestro
aggiunse:
Daresti
un giorno della tua vita in cambio del sorriso di quei due ragazzini?
Il
discepolo sorrise e annuì convinto.
Nessun commento:
Posta un commento