“Παντα
ρει,
ora in modo fluido ora
viscoso, ma scorre.
Ė
l'eterna lotta tra il bene e il male.
Nel
male c'è il seme del bene e nel bene quello del male.
O
sei parte del problema o sei parte della soluzione, non c'è modo di
mettersi in un altra posizione.
Non
si può risolvere un problema senza capirlo, non si può capirlo
senza conoscerlo, non si può conoscerlo senza vederlo.
Ma
noi vediamo solo ciò che è visibile e con tutti i nostri sensi
fisici cogliamo solo la realtà materiale.
La
materia è solo una forma transitoria dell'energia.
L'energia
scorre in noi e ci alimenta.
La
nostra stessa volontà non ci appartiene integralmente.
E
dunque?”
L'uomo,
che per tutto il tempo aveva tenuto gli occhi socchiusi, li sgranò e
concentrò lo sguardo su quelli del suo interlocutore. Il ragazzo
sedeva sul pavimento di legno con tre grosse ceste, una sui due lati
e una di fronte a lui. Nella cesta di destra c'erano i baccelli
pieni, in quella di sinistra quelli vuoti, al centro i fagioli.
Lavorava lentamente e il suo sguardo si perdeva sovente sulla
campagna verde fino al bosco lontano che cominciava già a tingersi
di giallo e di rosso.
Il
leggero sibilo del vento, il ronzio degli insetti, i vari cinguettii
degli uccelli gli giungevano come un tutto unico e indistinto che
egli non si sforzava di interpretare. Non poteva vedere chiaramente
il volto, perché la figura che gli si stagliava innanzi era inondata
dalla vivida luce che penetrava nella veranda dal lato completamente
aperto verso l'esterno, ma captò nel silenzio il mutare
dell'intensità dello sguardo su di lui.
Il
maestro ascoltava il proprio respiro fluire liberamente, il discepolo
attendeva che la risposta scaturisse spontaneamente nella sua mente.
Nessuno dei due fece caso allo scorrere del tempo.
“Tutto
scorre e anche la tua domanda che vibra energicamente in me, già
scivola via”.
Il
maestro sorrise compiaciuto.
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