domenica 9 novembre 2014

IL SIBILO CHE GAD NON SENTi'


Gad prese il tablet nuovo fiammante che aveva ricevuto il giorno precedente per il suo 16° compleanno e lo mise nel cassetto. Amava la matematica, ma con il tablet sotto il naso non riusciva a concentrarsi e per il giorno seguente aveva un bel po' di esercizi di fare, complice anche il fatto che il giorno prima a causa del party di compleanno non aveva studiato affatto.
Aprì libro e quaderno e impugnò la penna.
Stava per iniziare a copiare l'equivalenza sul quaderno quando suonò l'allarme. Mollò la penna e balzò in piedi con il cuore in gola.
Perché ancora? Non ne poteva più del panico che lo travolgeva ogni volta che sentiva quel suono, dell'angoscia che lo attanagliava mentre correva al rifugio, del sibilo da cui riconosceva il missile in arrivo. Non ne poteva più nemmeno di vivere con l'ansia costante di sentire suonare l'allarme. D'improvviso un'idea strana lo attraversò: bastava accettare l'idea della morte, non scappare più, essere pronti a lasciarsi colpire e starsene lì tranquilli disposti a prendere ciò che arrivava la salvezza o la distruzione. Si riscosse e cominciò a correre. Sentì il rumore degli Shahak che proprio in quel momento passavano sopra la sua testa. Non se ne rallegrò, sapeva che non era una soluzione al problema. Altri ragazzi come lui sarebbero impazziti di paura per le bombe sganciate da quegli aerei e qualcuno forse sarebbe stato colpito motivando di più qualcun altro a lanciare nuovi missili verso di loro, verso Sderot. Se solo qualche palestinese fosse stato lì con loro e qualche israeliano a Gaza a scappare assieme inseguiti dai missili e dalle bombe nessuno avrebbe più sparato contro l'altro. O forse sì? Forse non bastava, bisognava che ebrei e musulmani si innamorassero tra di loro, si sposassero, facessero figli assieme, diventassero parte di uno stesso popolo con due identità in cui trasmigrare da una generazione all'altra in una direzione o nell'altra o da fondere in una nuova identità sincretica.
Forse per il rumore dei bombardieri, forse per quegli assurdi pensieri Gad non sentì il sibilo del missile.
Chissà quale ragazza, a Gaza, era pronta ad innamorarsi di lui. Non riuscì a darsi una risposta, a immaginare un volto, un corpo, perché in quel momento il missile lo colpì.

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