domenica 21 aprile 2013

SENTINELLE

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Il rumore della pioggia era così forte da coprire tutti i rumori della foresta e dense nuvole di vapore si alzavano dalla volta verso il cielo quasi a voler ricostituire immediatamente la coltre di nuvole. L'uomo era quasi in cima al più alto emergente della zona e riusciva a spingere lo sguardo fino all'orizzonte. Era ormai intriso d'acqua. Abbassò il binocolo e abbandonò la postazione di osservazione. Scese con l'ausilio di alcuni pioli fino ai rami più grossi degli alberi della volta e lì con agilità e la sicurezza di chi conosce la strada a memoria passò rapidamente di albero in albero.
Infine dopo una ventina di minuti scendendo lunga una scaletta di corda raggiunse il ballatoio di casa, una decina di metri dal suolo. Scostò la zanzariera ed entrò. Staccò il cinturone con il machete e lo appese al muro. Ripose anche il binocolo. La donna che stava leggendo seduta alla scrivania si alzò e gli andò incontro. Lui si fermò. Lei lo cinse e gli appoggio la testa sul petto. Lui appoggiò le mani sui suoi fianchi. Lei alzò lo sguardo sul suo viso. L'hai vista? Lui scosse la testa. Lei allungò la lingua a bere le grosse gocce che si staccavano dai suoi riccioli. Poi leccò l'acqua che gli scorreva sul collo e, aprendo la camicia, quella che gli bagnava il petto e il ventre. Gli slacciò i calzoni e abbassò gli slip. Il suo membro incominciava già a sollevarsi e nella sua bocca raggiunse in pochi secondi l'erezione completa. Lui la fece alzare, le fece cadere il gonnellino e le abbassò gli slip quindi la mise a sedere sulla scrivania. Lei divaricò le gambe e lui si spinse dentro di lei. Alla fine lui andò a stendersi sull'amaca e lei riprese a leggere, mentre il rumore della pioggia accompagnava ovattato i suoni della foresta.

La donna camminava veloce sulla neve gelata. Le stelle brillavano nella notte artica. Il freddo era già pungente, ma incominciò ad alzarsi il vento. La donna girò la torcia tutt'intorno, poi incominciò a tornare sui suoi passi. Sapeva che il vento poteva congelarla e doveva quanto prima tornare al coperto. Il vento cominciò a fischiare. La donna camminava con passo regolare, guai a restare senza forze, le soste non erano ammesse. Finalmente arrivò al villaggio. Aprì la prima porta e la richiuse, quindi aprì la seconda porta ed entrò in casa. L'uomo stava aprendo dei baccelli. Lei si tolse la giacca, ma tremava dal freddo. Lui l'abbracciò da dietro. Niente? Lei sospirò e sussurrò: niente.
Lui raggiunse con le sue mani calde la pelle del suo ventre, Salì sui seni e scese sulla vulva, mentre le baciava il collo. Lei incominciò a spogliarsi. Lui la imitò. Poi insieme si stesero sul tappeto di fronte al fuoco. Si rotolarono a lungo, poi stremati si coprirono con una grossa coperta e si addormentarono.

La carovana comparve in cima alla grande duna poco prima del tramonto. Nella piccola oasi tutti corsero a prepararsi e quando i cammelli arrivarono i bambini corsero loro incontro urlando. I ragazzi erano pronti a prendersi cura degli animali e gli anziani dei conducenti. Le donne erano sparite. L'uomo salutò e poi si separò dal gruppo e si diresse verso la casa. La donna gli baciò la mano e lo condusse al bagno. La vasca fumava e l'aria era profumato di sandalo e di cocco. L'uomo si spogliò ed entrò nella vasca. La dona con una brocca gli bagnò il capo, L'uomo cominciò a raccontare del suo viaggio fuori e dentro il deserto e poi cominciò a cantare, La donna sorrise si spogliò e si calò nella vasca. Alla fine gli sussurrò nell'orecchio hai qualche indizio? Nessuno sospirò lui nessuno. Dunque ripartirai? Sì, come sempre. Allora vieni qui e si riattaccò alla sua bocca.

Diede un ultimo sguardo intorno, poi risalì con calma. Appena fuori dall'acqua i polmoni si spalancarono e l'aria irruppe quasi dolorosamente. La donna si aggrappò alla piroga. Fece un paio di respiri poi si issò su. Tolse l'ancora e pagaiò veloce verso la riva. L'uomo usciva dal bosco proprio in quel momento e vedendola arrivare corse sull'arenile e la aiutò a tirare a secco la piroga. Lei si sdraiò. Ansimò: ancora nulla. Sì certo rispose lui pacatamente. Si sedette accanto a lei. Guardò affascinato i suoi seni che si alzavano ed abbassavano ritmicamente. Lei gli sorrise- Lui si inginocchiò e con la lingua gli inturgidì i capezzoli poi scese lunga la pelle salmastra fino a raggiungere il clitoride. Il suo ansimare si trasformò in un lungo gemito. Lui non mollò la presa finché lei non lo tirò per le spalle. Allora la penetrò stando ben attento a non pesarle sul petto. Quando ebbe finito di eiaculare, si sdraiò al suo fianco. Lei gli prese la mano. Guardiamo insieme disse lui. Sì, insieme cantò lei. E insieme chiusero gli occhi

La vecchia lavorava a maglia seduta davanti alla finestra e scrutava il sentiero che usciva dal bosco e zigzagando sul pendio portava verso casa. Era ormai l'imbrunire. L'uomo faceva sempre più fatica a camminare e accorciava i suoi percorsi, ma tornava sempre più tardi. Fu felice quando lo vide apparire. Spostò la pentola sopra la parte più calda della cucina economica e preparò la tavola. Quando il vecchio entrò si guardarono negli occhi e sorrisero. Lui scosse la testa lei annuì. Si tolse gli scarponi e si lavò le mani e le scaldò avvicinandole al fuoco della cucina. Mangiarono la minestra e le patate con il burro, chiacchierando della giornata, degli animali e del tempo. Era ormai buio. Si coricarono e tenendosi per mano si addormentarono.

Attorno alla stazione centrale la gente si muoveva come al solito, formando disegni come di formiche. Il traffico scorreva vischioso. Il parco era attraversato dai joggers e da pochi cani accompagnati dai padroni intirizziti. Il vento era debole, ma l'aria era gelida. Nelle strade del centro le persone che uscivano dai negozi entravano velocemente in un altro soltanto per scaldarsi o scendevano velocemente nel metrò. Chi doveva fermarsi per aspettare il bus saltellava per scaldarsi.
Il gruppo di ragazzi restava immobile. Guardavano in basso, si guardavano tra di loro e guardavano intorno, ma quello che vedevano era nei loro occhi, nelle loro memorie. Il cumulo era appena stato chiuso e mancava ancora la piccola lapide con le date e il nome.
Finalmente una di loro parlò. Lo aveva visto, era scritto nei suoi occhi. Tutti la guardarono. I più assentirono. Solo un paio rimasero dubbiosi. Ma a quel punto, lentamente, si rimisero in moto.

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