domenica 11 marzo 2012

ASCOLTA CARA


- Ascolta cara, dicono che bisogna elaborare il lutto, ma io come posso,
- eh sì, certo che ...
- no tu non sai cosa vuol dire perdere un uomo meraviglioso che ti amava e che tu adoravi, è una esperienza che bisogna provare, non che io te la auguri naturalmente, no guarda, non l'auguro a nessuno, nemmeno al mio peggior nemico, se l'avessi, ma sinceramente io non ho nemici, perché dovrei?
Berta si voltò verso Chiara, mentre Ada ancora parlava e le bisbigliò:
- Ada è rimasta vedeva all'invio di marzo.
Ada, avendo captato l'interferenza, subito senza ripigliare fiato si rivolse all'amica dell'amica:
- ascolta, Carla
- Chiara!
- sì io ti devo proprio raccontare la mia storia
Berta cercò di inserirsi:
- veramente ..
Ma Ada la strattonò per il gomito tirandola verso di sé:
- venite vi offro un caffè
- ma …
- a s s o l u t a m e n t e
Berta guardò Chiara che accennò un sorriso, Berta alzò gli occhi al cielo. Fecero i pochi passi che li separavano dai tavolini all'aperto del bar e si sedettero.
Il cameriere era già lì e raccolse le ordinazioni.
- ascolta cara, pensa la fatalità io ero in bicicletta proprio qui vicino, in via Roma, e lui era in macchina e mi ha stretto, io sono caduta e mi sono rotta la mandibola. Io piangevo dal male e lui mi ha portata al pronto soccorso, poi è tornato a recuperare la mia bicicletta. E' venuto a trovarmi tutti i giorni all'ospedale e quando sono uscita è venuto tutti i giorni a casa a prendermi e mi portava a passeggio. Pensa io avevo la mandibola bloccata, non potevo parlare, solo gli scrivevo qualche bigliettino e mangiavo solo frullati con la cannuccia. E siamo andati avanti così per due mesi. Mi portava pure al cinema. Ci siamo innamorati. Non potevamo baciarci, ma siamo arrivati subito al sodo. Quando finalmente la mandibola fu a posto, probabilmente la gola dopo tutto quell'inutilizzo si era indebolita, fatto sta che ho avuto un terribile abbassamento di voce e per due settimane rimasi ancora senza voce. Nel frattempo ho scoperto di essere in cinta. Sono sempre stata regolarissima, così me ne sono accorta subito. Eravamo felici e abbiamo deciso di sposarci senza perdere tempo. Finalmente io potevo parlargli. Ah quante cose avevo da dirgli. Quando è nato il piccolo lui era un po' strano, pensavo non fosse preparato alla paternità e invece pensa proprio mentre era fresco di matrimonio e con un bimbo appena nato la sua ditta lo manda a risolvere problemi al Sud. Prima lavorava qui in città e andava in qualche altro posto, poche volte al mese, ma sempre posti qui vicini, che gli permettevano di essere a casa alla sera.
Così invece ha cominciato a star via da casa durante la settimana, ma ci sentivamo spesso al cellulare e lo tenevo al corrente di ogni cosa.
Ma dopo qualche anno ha avuto una promozione. Bella promozione dico io. Direttore generale della filiale Svedese. E' stato trasferito a Stoccolma a seguire scandinavia e paesi baltici, io ero anche disposta a mollare il mio lavoro e andare con lui, ma lui ha pensato al nostro bimbo, non gli andava di farlo crescere in un posto così freddo e senza sole e mi ha convinto a restare qui.
Aveva anche la possibilità di usare il cellulare aziendale per le chiamate personali, gratuitamente intendo, ma tra fuso orario e impegni di lavoro chiamava solo alla sera.
Berta e Chiara si guardarono pensando con stupore al fuso orario della Svezia, ma non provarono nemmeno a interrompere il racconto torrenziale.
- Era dura, ma poi in quell'oretta di telefonata serale quante cose ci raccontavamo. E quando tornava a casa quasi un fine settimana ogni due, ma arrivava il venerdì nella tarda mattinata e partiva solo lunedì mattina, era sempre come una nuova luna di miele.
Intanto nostro figlio cresceva e lui ha spinto perché alle medie lo mettessimo al convitto del seminario, per dargli un'istruzione migliore, ma anche per alleggerire i miei impegni di madre con un marito lontano, caro, pensa quante premure aveva sempre per noi.
E' stato in quel periodo che si sono appassionati di bigliardo, una cosa noiosissima sono andata un paio di volte, ma poi li ho lasciati andare da soli. Anche perché si vedevano così poco, avevano bisogno di qualche spazio tutto loro. Noi due avevamo le notti per noi e che notti, cara mia.
Ada rise, Chiara tento di aprire bocca, ma Ada se ne accorse e riprese istantaneamente:
- Insomma alla fine anche quando era qua ci vedevamo poco, ma era sempre così dolce con me che quel poco tempo mi ripagava dell'attesa. Eravamo felici.
Poi come un fulmine a ciel sereno, mentre il nostro piccoletto si iscrive all'Università e se ne va via lontano da solo, lui viene trasferito addirittura in Sud America. Ho cercato di convincerlo a cambiare lavoro, ma per lui la carriera era troppo importante. “qualche anno mi diceva poi vedremo o mi fanno tornare o faremo qualcosa noi”. Ma era troppo dura ci sentivamo una volta alla settimana, lui tornava a casa ogni 2 o 3 mesi, per una settimana dieci giorni al massimo.
Allora ho deciso di lasciare il lavoro e raggiungerlo in Brasile. Lui era contento, forse troppo, era così eccitato, forse è stato per quello che non è stato prudente come era di solito in macchina e ...
In quel momento suonò il cellulare di Chiara, che lo tolse dalla borsetta e lo guardò, vedendo che la chiamata era di Berta la guardò e vide che teneva una mano dentro la borsetta e le faceva l'occhiolino, mentre con l'altra stringeva la mano di Ada che si era zittita e sorrideva triste all'amica. Chiara capì al volo e mettendo giù la chiamata simulò una conversazione:
- sì ciao, come? Cosa? Ma dove? Ok stai tranquillo resta là che io arrivo.
Finse di riagganciare e si voltò verso l'amica.
- scusa Berta mi puoi portare a prendere mio figlio che è rimasto bloccato con il motorino rotto?
- certo tu ci scusi vero Ada.
Ada abbozzò un sorriso deluso, ma non poté opporre resistenza. Si salutarono. Berta e Chiara si alzarono e andarono via. Ada restò a sorseggiare il suo cappuccino freddo che fino a quel momento non aveva ancora toccato.
Intanto per la via Berta diceva a Chiara:
- Ada è l'unica persona che conosco che oltre alle domande ti dà anche le risposte e ti lascia solo il tempo di rispondere sì o no. Così la sua percezione dei fatti è piuttosto singolare.
Suo marito era un uomo prudentissimo, tanto più in macchina e si è schiantato un muro in pieno rettilineo. Non mi risulta si drogasse e non mi sembrava nemmeno il tipo. No secondo era terrorizzato di non poter più fuggire da lei come aveva sempre fatto, ma di dover vivere a tempo pieno con lei. Pover'uomo avrebbe dovuto diventare sordo, per sopportare la sua logorrea
Chiara sbottò:
- poveretto? Prima doveva uccidersi! uomo falso e vigliacco che era, perché non le ha mai detto chiudi il becco, non ti sopporto più divorziamo? Troppo comodo trattare una moglie come un'amante e un figlio come un nipote per vivere come un single correndo dietro la carriera o non so cosa. Ma tu l'hai conosciuta prima del matrimonio?
- no dopo
- allora chi ti dice che da un lato lo shock dell'incidente e l'impossibilità di parlare così a lungo e dall'altro lo scontrarsi con le dissimulazioni e i silenzi e le assenze del marito non abbiano esasperato la sua naturale verbosità?
Berta ci pensò su un attimo poi convenne:
- forse hai ragione ma credo che lui fosse diviso in sé in fondo l'amava sempre anche se l'amore era nato su un senso di colpa.
Chiara:
- secondo me era solo uno che fuggiva dalle sue responsabilità e si prendeva la parte buona rifiutando quella faticosa, ma se era schizofrenico non ci si può stupire di nulla, tanto normale in effetti non è neanche lei, due matti si sono trovati, ma il persecutore era lui.
- be potrebbe essere – ridacchio Berta
-credimi a stare dalla parte delle donne non si sbaglia mai
-lascia perdere che abbiamo anche noi le nostre colpe, ma qui hai ragioni tu, bisogna stare dalla parte di Ada, perché lei c'è mentre i morti non hanno più problemi
Intanto anche Ada aveva ripreso il suo cammino. Vedendola passare era difficile capire che età avesse per gli occhi grandi da bambina e la pelle curata, il fisico asciutto e slanciato il suo incedere sicuro e veloce, apparentemente giovanile. I capelli erano lunghi e lisci di colore biondo chiaro
I lineamenti del volto erano regolari e dolci. Insomma era una bella donna. Camminava con passo sicuro e con lo sguardo alto e anche se un velo di tristezza si leggeva distintamente non potevano esserci dubbi che fosse una donna soddisfatta di sé.

Nessun commento:

Posta un commento