domenica 6 novembre 2011

PRIMITIVI


E quelli strani copricapi che hanno tutti – esclamò Zagor.
Non sono copricapi, sono peli – ribatté subito la sinto-voce guida.
Peli? – sibilò decisamente disgustata Puiny.
Ma non sono uomini? – chiese severo Zagor, voltandosi verso il centro della stanza.
Lì subito si materializzò l’ologramma sorridente della Guida, in forma di androide asessuato:
Uomini, sì, sono uomini, ma di quasi 1.000 anni fa. A quel tempo gli uomini avevano ancora alcune zone del corpo coperte di pelo e in particolare i peli della testa, che venivano chiamati capelli, erano considerati una parte molto piacevole del corpo e venivano lasciati crescere e acconciati in vari modi.
Puiny rideva divertita, mentre Zagor scuoteva la testa glabra ancor un po’ incredulo mentre gli ologrammi che passavano per la stanza mostravano vari uomini e donne con capigliature varie.
A un tratto nella folla ricreata dal sinto-gramma da vecchi filmati digitali del museo centrale comparve una donna con un enorme pancione che si muoveva goffamente.
Che cos’ha quella donna? - chiese subito Zagor.
Immediatamente gli ologramma ambientali si dissolsero e ricomparve semplicemente l’immagine della donna, questa volta finalmente senza quei buffi vestiti, a cui si affiancò l’immagine di un uomo, anch’egli, come era logico in un ambiente chiuso, nudo.
La sinto-voce iniziò con calma la spiegazione mentre gli ologrammi mostravano praticamente, con l’ausilio di spaccati anatomici animati, quanto la voce guida andava rivelando agli stupefatti bambini:
Un tempo gli uomini si riproducevano proprio come gli animali, accoppiandosi tra di loro l’uomo immetteva delle speciali cellule chiamati spermatozoi nel corpo della donna, dove si trovavano altre cellule particolari dette ovuli. Dall’incontro di queste cellule, chiamato fecondazione, aveva origine un embrione, che cresceva nel corpo della donna in una cavità chiamata utero, nutrendosi attraverso una struttura particolare chiamata placenta dal sangue della donna e dopo nove mesi fuoriusciva un bambino quasi perfettamente formato.
Zagor e Puiny guardavano le animazioni oleografiche sempre più allibiti.
In realtà ancor oggi gli uomini e le donne producono spermatozoi e ovuli, ma naturalmente non avviene più la fecondazione.
E perché?
Perché come vedi Puiny gli uomini e le donne da quei tempi sono cambiati, non hanno più peli
Meno male – ridacchiarono insieme i bimbi.
Sono più alti e più magri e le loro cellule riproduttive non funzionano più. In effetti fino al 19° secolo la riproduzione umana procedeva per via naturale come per gli animali. Poi verso la fine del 20° secolo la fertilità cominciò a diminuire e si iniziarono alcune tecniche dette di fertilizzazione assistita, sempre basate sull’utilizzo di spermatozoi e ovuli prodotti naturalmente. Nel corso del 21° secolo tali tecniche divennero quasi obbligatorie, ma già si sperimentava la riproduzione per clonazione, anche se questa inizialmente era osteggiata per motivi morali. Nel 22° secolo però visto il definitivo declino della fertilità delle cellule sessuali, la clonazione divenne l’unico sistema riproduttivo possibile. Si svilupparono così la clonazione incrociata con il prelievo di geni da cellule staminali di due differenti individui e le incubatrici artificiali. In seguito nel 23° secolo si rese possibile ripristinare la fertilità naturale, ma i vantaggi in termini di selezione del patrimonio genetico e di diminuzione dei rischi per l’embrione e per la madre, risultarono talmente forti da convincere la comunità scientifica a bandire la fecondazione naturale per la razza umana e si abbandonò quindi il progetto di ripristino della fertilità naturale.
I bambini cominciavano leggermente ad annoiarsi per il discorso eccessivamente tecnico. I recettori video-ormonali della stanza registrarono la cosa e girarono l’informazione alla Guida, che subito, ripristinò gli ologrammi della folla del 21 secolo.
Zagor sorrisse:
E quelle strane macchine? – disse notando per la prima volta un’automobile che si fermava per far scendere alcuni passeggeri.
La Guida, essendo un cervello bio-elettronico, non sorrise, ma lo avrebbe fatto se fosse stato un essere umano perché l’evoluzione dei trasporti era proprio l’argomento previsto, dal programma di apprendimento, annotò però anche di parlare dell’origine della specie umana e immaginando le reazione schifate dei bimbi, di nuovo nelle sue sinapsi passarono dei messaggi di autocompiacimento.

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