domenica 5 febbraio 2012

PARTITA A SCACCHI


Il Maligno sussurrò all'orecchio del re, poi si allontanò. Raggiunse La Madre. Insieme, ma dai lati opposti, guardarono la scacchiera. Insieme guardarono il fiume delle anime che scorreva sotto di loro. Poi l'orologio della scacchiera diede il segnale d'inizio. Il primo pedone bianco si mosse. La scacchiera segnò il tempo. Subito anche un pedone nero avanzò.
Dopo le prime mosse, il gioco cominciò a rallentare e i pezzi discutevano a lungo con il proprio re prima di muoversi. Entrambi gli schieramenti usavano dei linguaggi criptati. Il Maligno e La Madre osservavano la partita e osservavano il fiume.
Pezzi incominciarono a cadere su entrambi i fronti, senza mai delineare un vantaggio netto per uno schieramento, ma solo piccoli squilibri che ben presto andavano colmandosi o ribaltandosi.
La Madre sorrideva compiaciuta per le buone mosse sia dei neri sia dei bianchi. Il Maligno invece ghignava solo quando i suoi acquisivano un minimo di vantaggio.
Il fiume scorreva lento con solo qualche increspatura di tanto in tanto fino all'inizio del delta. Là un braccio accelerava precipitando nell'inferno l'altro rallentava gradatamente espandendosi nel paradiso. La portata di questo secondo braccio superava nettamente quella del primo.
La cosa però che addolorava il Maligno non era tanto questa, quanto notare la sproporzione tra la percentuale delle sue creature che sceglievano il ramo del paradiso e quella delle creature a immagine e somiglianza della Madre che muovevano verso l'inferno.
Sulla scacchiera i pezzi ormai diradavano, La forza dei due eserciti sembrava ancora una volta molto simile e l'ennesima patta già si profilava all'orizzonte.
Il Maligno dopo averli analizzati inceneriva man mano i pezzi nemici catturati. La Madre li trasformava in spettatori che tifavano per il suo schieramento applaudendo ogni nuovo arrivo su quel lato della scacchiera.
Entrambi i due giocatori oltre che accanto alla scacchiera stavano al centro del loro regno ad accogliere le nuove anime. All'inferno le anime venivano subito assegnate alla loro mansione lavorativa che era l'esatto contrappasso del lavoro che avevano svolto e idolatrato sulla terra.
In paradiso le anime correvano, giocavano, si coccolavano e si riposavano negli incantevoli spazi dell'Eden.
La partita era finita. Il Maligno si riabbottonò la giacca dello smoking, si aggiustò con una mano i capelli, si accese un sigaro e alitò il fumo verso la Madre che lo soffiò via delicatamente.
Dopo questo saluto impertinente il Maligno si smaterializzò e tornò a concentrarsi nella direzione degli eterni lavori del suo regno.
La Madre trotterellò sulle nuvole fino al paradiso e andò dai suoi arcangeli. Insieme intonarono un canto che risuonò per tutto il paradiso. Tutte le anime si fermarono e iniziarono a cantare beate, guardando con amore il gruppo di superbi Husky che guidava il coro celeste.

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