mercoledì 11 settembre 2024

Il monopolio della narrazione e quello della mistificazione

Franceso Ognibene su Avvenire scrive oggi un articolo dal titolo "Il monopolio della narrazione sposta la bilancia delle coscienze".

In cui racconta dell'imprevista dedica di Sinner alla zia morente, del film di Almodòvar e della sua posizione pro-eutanasica, lamentandosi che questa posizione verrà riportata da tutti i media senza contenzioso e conclude che così:

"I diritti della maggioranza silenziata soccombono al martellamento mediatico del "diritto di morire'', che pone sullo stesso piano il valore delle due scelte (vivere o morire) e chiede a chi si oppone di tacere per non interferire con un "diritto in più': Ma non è certo questo che una società aperta e plurale può augurarsi."

Ma questa è la solita mistificazione di stampo clericale!

Nessuno tra i sostenitori del suicidio assistito o dell'eutanasia ha mai proposto di non consentire a chi vuole curarsi fino all'ultimo, sobbarcandosi di tutte le sofferenze connesse, di farlo.

Questa è la differenza chi è favore della libertà di scelta rispetta la scelta diversa dalla sua.

Per i cattolici e per tutti gli altri oppositori della libera scelta invece la loro scelta, o meglio la scelta che loro affermano di volere fare, deve essere imposta a tutti anche a chi non vuole soffrire, ma direi meglio anche a chi non ce la fa proprio più a soffrire ancora.

Loro affermano di conoscere la strada per il paradiso, ma costringono all'inferno in terra anche chi all'al di là non ci crede o anche a chi non crede che per arrivare al paradiso bisogna seguire le loro indicazioni.

In una società aperta e plurale gli individui scelgono come vivere e come morire e non soggiacciono ai diktat del Vaticano, della CEI o di chiunque altro.

 

Nessun commento:

Posta un commento