domenica 3 febbraio 2019

LA VERTIGINE ONTOLOGICA


L’essere, come afferma Emanuele Severino, in quanto tale non può che essere eterno ed immutabile, non può originare dal non-essere né svanire nel non-essere. Ciò implica che l’intero spazio-tempo, ogni infinitesimo volume e ogni attimo esistano da sempre e per sempre. E ciò che noi vediamo come dinamico è solo l’apparire dell’essere per il fluire della coscienza.
Ma se l’essere è immutabile e noi solo lo vediamo apparire e poi celarsi, vi è spazio per il nostro libero arbitrio? Ve ne è in realtà tantissimo, perché l’apparire disvela sempre solo una piccola parte dell’essere e quale parte venga illuminata può essere determinato proprio dalle nostre scelte.
Le teorie delle stringhe ipotizzano da 10 a 26 dimensioni e dunque una piccola serie di universi paralleli, ma potenzialmente la realtà fisica può differire al variare dello stato quantico di ciascuna particella. Per sapere le combinazioni di stati quantici delle particelle dell’universo dobbiamo elevare gli stati quantici di ciascuna particella per il numero delle particelle elementari ossia per circa 2,5*10^89. Questo numero andrebbe poi moltiplicataoper gli istanti di tempo contenuti tempo di vita completo dell’universo. L’età attuale dell’universo è di circa 4,3*10^11 millesimi di secondi. Arriviamo solo con la vita passata dell’universo per le combinazione delle particelle ad un numero attorno a 6,8 * 10^100. Quindi con questa ipotesi gli universi paralleli andrebbero computati almeno nell’ordine delle decine di googol (1 googol = 10^100).
Ma questo computo fisico è quasi irrilevante, in quanto l’essere eterno e immutabile da sempre e per sempre deve contenere tutti i tempi, dunque il tempo in esso contenuto deve essere infinito senza inizio e senza fine o l’essere sorgerebbe e cesserebbe. Analogamente lo spazio deve essere infinito. E a questo punto anche le dimensioni saranno logicamente infinite. In questo modo tutte le scelte anche le più irrilevanti di ciascuna creatura dell’universo può trovare un universo parallelo in cui apparire. L’apparire fluirà dunque non solo tra i tempi e gli spazi, ma anche tra le dimensioni, verosimilmente intersecando varie dimensioni.
Da tutto ciò Dio non è necessariamente escluso, potremmo anzi avere infiniti dei, magari uno per ogni dimensione, certo non dei onnipotenti e creatori, ma semplici demiurghi, parti dell’essere e determinanti dell’apparire.
Abbiamo dunque un essere infinito in ogni senso possibile e un apparire infinitesimale. Ed il non-essere che spazio trova se l’essere riempie ogni cosa (una sorta di Tao pietrificato, mentre il suo mutamento è puro apparire)? Il non essere è una trascendenza dell’essere, una sorta di super-essere fuori dagli infiniti infiniti dell’essere, dunque un paradosso che non può esistere e dunque c’è senza esserci.
In tutta questa vertiginosa concezione resta inevasa la questione della freccia temporale: perché l’apparire ha una direzione temporale irreversibile? Cosa impedisce di disvelare sezioni diverse dell’essere navigando tra i tempi e le dimensioni? Perché la coscienza fluisce? O ancora quante diverse coscienze fluiscono nell’essere? Infiniti apparire è il minimo che mi sento di prevedere.
Ma a chi appariranno?


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