L’essere,
come afferma Emanuele Severino, in quanto tale non può che essere
eterno ed immutabile, non può originare dal non-essere né svanire
nel non-essere. Ciò implica che l’intero spazio-tempo, ogni
infinitesimo volume e ogni attimo esistano da sempre e per sempre. E
ciò che noi vediamo come dinamico è solo l’apparire dell’essere
per il fluire della coscienza.
Ma
se l’essere è immutabile e noi solo lo vediamo apparire e poi
celarsi, vi è spazio per il nostro libero arbitrio? Ve ne è in
realtà tantissimo, perché l’apparire disvela sempre solo una
piccola parte dell’essere e quale parte venga illuminata può
essere determinato proprio dalle nostre scelte.
Le
teorie delle stringhe ipotizzano da 10 a 26 dimensioni e dunque una
piccola serie di universi paralleli, ma potenzialmente la realtà
fisica può differire al variare dello stato quantico di ciascuna
particella. Per sapere le combinazioni di stati quantici delle
particelle dell’universo dobbiamo elevare gli stati quantici di
ciascuna particella per il numero delle particelle elementari ossia
per circa 2,5*10^89. Questo numero andrebbe poi moltiplicataoper gli
istanti di tempo contenuti tempo di vita completo dell’universo.
L’età attuale dell’universo è di circa 4,3*10^11 millesimi di
secondi. Arriviamo solo con la vita passata dell’universo per le
combinazione delle particelle ad un numero attorno a 6,8 * 10^100.
Quindi con questa ipotesi gli universi paralleli andrebbero computati
almeno nell’ordine delle decine di googol (1 googol = 10^100).
Ma
questo computo fisico è quasi irrilevante, in quanto l’essere
eterno e immutabile da sempre e per sempre deve contenere tutti i
tempi, dunque il tempo in esso contenuto deve essere infinito senza
inizio e senza fine o l’essere sorgerebbe e cesserebbe.
Analogamente lo spazio deve essere infinito. E a questo punto anche
le dimensioni saranno logicamente infinite. In questo modo tutte le
scelte anche le più irrilevanti di ciascuna creatura dell’universo
può trovare un universo parallelo in cui apparire. L’apparire
fluirà dunque non solo tra i tempi e gli spazi, ma anche tra le
dimensioni, verosimilmente intersecando varie dimensioni.
Da
tutto ciò Dio non è necessariamente escluso, potremmo anzi avere
infiniti dei, magari uno per ogni dimensione, certo non dei
onnipotenti e creatori, ma semplici demiurghi, parti dell’essere e
determinanti dell’apparire.
Abbiamo
dunque un essere infinito in ogni senso possibile e un apparire
infinitesimale. Ed il non-essere che spazio trova se l’essere
riempie ogni cosa (una sorta di Tao pietrificato, mentre il suo
mutamento è puro apparire)? Il non essere è una trascendenza
dell’essere, una sorta di super-essere fuori dagli infiniti
infiniti dell’essere, dunque un paradosso che non può esistere e
dunque c’è senza esserci.
In
tutta questa vertiginosa concezione resta inevasa la questione della
freccia temporale: perché l’apparire ha una direzione temporale
irreversibile? Cosa impedisce di disvelare sezioni diverse
dell’essere navigando tra i tempi e le dimensioni? Perché la
coscienza fluisce? O ancora quante diverse coscienze fluiscono
nell’essere? Infiniti apparire è il minimo che mi sento di
prevedere.
Ma a chi appariranno?
Ma a chi appariranno?
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