UN GIORNO
- maestro, sento un grande vuoto dentro di me!
- anch'io.
UN ALTRO GIORNO
- maestro, sento sempre il vuoto in me
- bene.
ANCORA UN ALTRO GIORNO
- maestro, sono triste?
- perché sei triste?
- il vuoto che ho dentro mi tormenta
- questa è una cosa buona per te
- come può essere una buona cosa soffrire?
- non soffrire è bene, ma piangere per un motivo valido lo è. Le lacrime portano via il dolore e resta la causa giusta
- la causa giusta, la causa giusta!
Si allontanò.
-la causa giusta?
DI NUOVO UN GIORNO
- maestro, ho provato in ogni modo a riempire il vuoto, ma non ci riesco
- la tua anima è infinita e cosi il suo vuoto, non è possibile riempirlo
- cosa devo fare allora?
- contempla il vuoto!
UN GIORNO PIÙ AVANTI
- maestro, la contemplazione mi aiuta, ma quando ho finito di
meditare e torno al mio mondo, risento il peso del nulla, sento che
mi manca qualcosa.
- il nulla non esiste!
- cos'è dunque questo vuoto che ho dentro?
- questa è la domanda!
UN GIORNO NEL MEZZO
- maestro!
Il maestro annuì.
- sei sulla strada giusta: continua a occuparti del dolore di chi ti sta attorno, sii la tua speranza.
UN GIORNO MOLTO PIÙ AVANTI
- maestro, il vuoto è Dio, non c'è nulla da riempire, bisogna solo
riconoscerlo, capire che è Lui
Mentre il maestro sorrideva proseguì:
- e tutte le cose che usiamo per tentare vanamente di riempire il
vuoto servono solo a nasconderlo, a nasconderci Dio
- per questo tutto ciò che fai per te ti riempie e ti impedisce di
vedere Dio, mentre ciò che fai per gli altri ti svuota e te lo
manifesta
- è così, grazie maestro!
- grazie a te, ora vai.
Andò, ma da quel momento restarono reciprocamente presenti nei cuori.
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