I
Quando
la notte dischiude
le
porte sprangate
dal
sudore di vivere e ridere
si
riempie di gelo
la
scala del sonno
e
risalgono dal profondo
le
voci di cieli inesplorati
di
sassi già affondati,
più
forte appare la fiamma
bruciare
nel vento perenne
che
si perde lontano
dove
la terra
non
profuma di grano
ma
di mandorle amare
e
nel buio la sogno vicina
II
Spegnendo
stancamente
le
risate di draghi senza forma
lanciati
in magici voli
per
cieli infiniti
assaporando
le nebbie del mattino
riprendo
a vagare confuso
sprecando
la vita con foga
e
a ogni respiro nell’aria
ricrescono
angosce e paure
e
torna di nuovo la notte
III
Lingue
di fuoco s’intrecciano
fuori
dalle fauci del mostro
correndo
su prati sereni
sopra
nuvole rosa
ma
urla rabbiose discendono
sulle
ali di scorpioni volanti
pazzi
vestiti di viola
cercano
di aprire la porta
con
lacrime amare
e
quando il ritmo collassa
e
opprime il battito triste
s’alza
una musica dolce
che
mi incatena a speranze
compagne
future di tomba
IV
Ed
io verrò da te
cancellando
gli anni
con
una risata distratta
e
tu potrai
aprire
il tuo cuore.
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