martedì 19 aprile 2016

CANTO DELL'AURORA


I
Quando la notte dischiude
le porte sprangate
dal sudore di vivere e ridere
si riempie di gelo
la scala del sonno
e risalgono dal profondo
le voci di cieli inesplorati
di sassi già affondati,
più forte appare la fiamma
bruciare nel vento perenne
che si perde lontano
dove la terra
non profuma di grano
ma di mandorle amare
e nel buio la sogno vicina
II
Spegnendo stancamente
le risate di draghi senza forma
lanciati in magici voli
per cieli infiniti
assaporando le nebbie del mattino
riprendo a vagare confuso
sprecando la vita con foga
e a ogni respiro nell’aria
ricrescono angosce e paure
e torna di nuovo la notte
III
Lingue di fuoco s’intrecciano
fuori dalle fauci del mostro
correndo su prati sereni
sopra nuvole rosa
ma urla rabbiose discendono
sulle ali di scorpioni volanti
pazzi vestiti di viola
cercano di aprire la porta
con lacrime amare
e quando il ritmo collassa
e opprime il battito triste
s’alza una musica dolce
che mi incatena a speranze
compagne future di tomba
IV
Ed io verrò da te
cancellando gli anni
con una risata distratta
e tu potrai
aprire il tuo cuore.

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