Si erge sul promontorio
come un gigante
ben oltre le cime degli
alberi
ma non spicca verso il
cielo
legato alla terra mani e
piedi
da cavi di acciaio.
Nel suo corpo scheletrico
la vita agiata degli
umani.
Sordo al dolore
vi purifico il desiderio
ormai fuso al midollo
ma anch’io prigioniero
m’inzuppo del destino
randagio nella tempesta.
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