domenica 30 giugno 2019

Profezie ed errori di Orwell

Il grande George Orwell nella fattoria degli animali aveva previsto che i regimi comunisti si sarebbero tramutati in nuovi regimi capitalisti e così è stato. 
In Russia i vecchi dirigenti sovietici sono divenuti gli oligarchi della nuova sedicente democrazia neo-zarista. 
Ancora più raffinata la metamorfosi cinese dove con la dottrina della triplice rappresentanza il partito comunista ha aggiunta ai contadini a agli operai le avanguardie intellettuali, sociali  ed economiche -ossia i nuovi capitalisti - tra i suoi protetti.
In 1984 invece Orwell aveva pensato che il grande fratello non potesse dai suoi maxi schermi controllare tutti perciò aveva diviso la società tra membri del partito controllati e prolet ammansiti con panem et circenses. 
In realtà i piccoli schermi degli smartphone ci controllano in tutto e per tutto, grazie alle nuove reti e ai nuovi software intelligenti, ma siamo tutti al contempo anche prolet instupiditi da insulsaggini per sotto acculturati che ci arrivano via TV e ancor più via social networks.
Un altro punto in cui le visioni di Orwell non sono state profetiche è la necessità di cambiare continuamente la storia, oggi non ce n'è più bisogno: nessuna fa più caso che i politici si smentiscano clamorosamente a distanza di pochi mesi, la storia non interessa più a nessuno.
Invece altro successo è la neolingua: tutti ormai dobbiamo parlare inglese (o poche altre lingue principali ammesse) per  pensare tutti insieme come vuole il grande fratello politico-economico che ci domina e le lingue etniche devono il più possibile sparire, Gheto capio? (come disaria me nono ) Hatu capì? (come ke i dis i mei amighi)

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