sabato 30 gennaio 2016

BAVE


I Bava
Lunghe bave d’inverno
avvinghiate alle ossa
trascinate il mio peso
senza fare rumore
quanto lontano vi pare
nel rosso deserto
ma vi prego
senza troppo rumore.


II Bava
Lunghe bave d’inverno
fuggivo ieri da voi
in terre psichedeliche
ora vi ritrovo già fuori dell’incubo
flessuose e ridente
come in quei cieli sinuosi
splendenti di diamanti.


III Bava
Lunghe bave d’inverno
come amiche vi invoco
morte con me
ero solo un fanciullo
e lui mi ha ucciso
scrivendo queste parole
ma non si libererà
della mia piccola anima.


IV Bava
Lunghe bave d’inverno
vi stringete al mio cuore
come una sanguisuga
e ancora non vi strappo
anche se sale l’odio
contro il ragno
del mio cuore.


V Bava
Lunghe bave d’inverno
senza speranza
adombrate i miei occhi
potete risorgere
un milione di volte
ma non troverete
un appiglio sicuro
per stringervi a me.



domenica 24 gennaio 2016

COME VORREI


Vorrei fare, parlare
vivere controvento
come roccia
come fulmine
avere forza nelle mani
vorrei non tremare
al freddo
e nel buio
vorrei Dio mio
quanto vorrei
vorrei che ci amassimo
come ci amiamo
e tanto mi basta.

domenica 17 gennaio 2016

IL TEMPO VOLGE AL BELLO


Sentì uno scricchiolio strano e guardò in giù. Chiuse l'occhio destro, ma la visione non cambiò. Da tempo infatti l'occhio era completamente cieco, ma l'abitudine gli era rimasta dal lungo periodo in cui la residua visione confusa dell'occhio gli peggiorava la visione complessiva.
Qualche rottame metallico si era mosso. I rottami non si vedevano ormai più, coperti completamente dalla vegetazione tropicale, ma erano ancora lì, in disfacimento sotto l'attacco della ruggine. All'inizio, quando era giunto lì con la sorella, erano ancora ben visibili e accessibili e grazie a ciò con pezzi di metallo e plastica avevano costruito il loro rifugio sull'albero.
Più che altro era stata la sorella, lui era ancora molto piccolo e aveva dato quel poco aiuto che poteva.
Non ricordava molto dei fatti dei tempi precedenti al loro arrivo lì. Immagini di persone che urlavano e sparavano, erano le persone cattive che davano la caccia a tutta la sua gente e alla sua famiglia: padre, madre fratelli e sorelle. Sua sorella l'aveva preso per mano ed erano scappati insieme, fino alla periferia della città, dove la giungla stava riconquistando la discarica che la città ormai svuotata da un terzo dei suoi abitanti non riforniva più.
Avevano appreso dalle scimmie, per imitazione, a scegliere le cose buone da mangiare. La sorella gli aveva insegnato ad usare il piccolo machete che teneva sempre con sé e che le belve del circondario avevano imparato a rispettare. Il filo del machete si era consumato parallelamente alla sua crescita, così la sua maggior forza aveva sempre compensato la perdita del potere di taglio che a lui era sempre parso costante, fino a che le sue stesse forze non avevano cominciato a declinare.
Il vero momento drammatico era stato la scomparsa della sorella. Si era allontanata in cerca di cibo come faceva a volte, quando lui era troppo stanco per seguirla, ma non era più tornata.
Lui continuava a parlarle anche a distanza di anni, ma ormai non la cercava più.
Muoversi tutt'intorno per cercarla gli era comunque servito a conoscere meglio il territorio con le sue fonti di cibo.
Scese un po' verso il basso, usando le liane che collegavano tra loro i rami. Si muoveva lentamente a causa dell'artrosi, che ormai ostacolava i movimenti di quasi tutte le sue articolazioni, ma con molta precisione e, nonostante la vegetazione fosse bagnata, con estrema sicurezza.
Controllò attentamente rimanendo fermo a lungo ad osservare. Poi risalì fino al rifugio e lo oltrepassò, salì in alto in alto, fin dove poteva vedere il cielo. Sopra di lui era grigio, ma in lontananza verso le montagne era già azzurro. La luce chiara gli dava un senso di pace e di allegria.
Il tempo volge al bello pensò - e sorrise compiaciuto.

lunedì 11 gennaio 2016

ROXANA, MIHAELA E GIULIA.


“Sono serena, ma determinata, estremamente determinata”.
“Capisco vuoi che ogni tassello vada la suo posto”
“Proprio così” sorrise Roxana.
E sgranò i suoi grandi occhi verdi.
L'effetto era garantito, e lei lo sapeva bene. Infatti lui catturato da quello sguardo magnetico si piegò verso di lei e la baciò dolcemente.
Poi però aggiunse:
“Pensi davvero di poter controllare ogni cosa?”
“No davvero Leo, anzi so che davanti ho molti mulini a vento, ma voglio fare ciò che ritengo giusto e ciò che penso mi possa fare bene”.
“Ok allora andiamo a parlare con questo pastore”.
Si avviarono e intanto Leo ripensava alla singolare storia della sua nuova ragazza.
Roxana era nata quasi per un capriccio della madre, che pur fortemente orientata in campo sessuale in senso omosessuale, non aveva voluto privarsi della maternità ed aveva a tal fine ricercato rapporti con uomini appositamente da lei selezionati per lo scopo riproduttivo. Appena rimasta in cinta aveva abbandonato per sempre ogni rapporto eterosessuale.
Quando Roxana ancora non sapeva camminare, Mihaela aveva avuto la fortuna di diventare la segretaria personale di una giovane manager italiana, mandata in Romania a sistemare le questioni di gestione del personale da una grossa ditta italiana che aveva delocalizzato aprendo un grosso stabilimento di produzione.
Giulia era molto brava, preparata e determinata, ma sapeva anche essere dolce e questa era probabilmente la sua arma più potente. Certo non usava invece le sue doti fisiche, pur di tutto rispetto, per farsi spazio nel maschilistico mondo degli affari. Anche perché agli uomini non era per nulla interessata, essendo lesbica.
Mihaela e Giulia avevano subito trovato un'ottima intesa lavorativa e in breve anche umana, fino a diventare amanti. Quando Giulia, dopo due anni, completata la sua missione, era ritornata in Italia, aveva chiesto e e ottenuto di portare con sé dalla Romania la nuova segretaria.
Roxana era così cresciuta in Italia con le su due mamme.
A quindici anni aveva conosciuto un ragazzo di cui si era innamorata con tutto il cuore. Il ragazzo era molto religioso e l'aveva introdotta nella comunità parrocchiale, dove Roxana aveva cominciato con convinzione il cammino catecumenale per arrivare al battesimo.
Poi improvvisamente, prima di diventare cattolica, il mondo le era crollato addosso. Mihaela a si era ammalata e nel giro di pochi mesi era morta. Il permesso di soggiorno di Roxana era scaduto e giacché Giulia, la sua seconda mamma non aveva potuto contrarre nessun tipo di vincolo con la sua madre biologica, non restava che chiedere l'affido di Roxana al giudice dei minori. Questo visto la nazionalità della ragazza si era rivolto al tribunale di Bucarest. Purtroppo i funzionari rumeni interpellando i colleghi italiani avevano scoperto che la richiedente l'affido era lesbica e di conseguenza avevano deciso il rientro di Roxana in Romania per affidarla ad un orfanatrofio.
Si trattava di attendere due anni, il tempo che mancava a Roxana alla maggiore età e alla possibilità di scegliere autonomamente della sua vita, non era il caso di complicare il tutto cercando di sottrarsi alla legge.
Per fortuna Giulia era economicamente molto ben messa e così aveva potuto andare a trovare Roxana molto spesso e aveva anche fatto alcune generose donazioni all'istituto che ospitava Roxana, migliorando così le condizioni della figlia e di tutti gli altri ospiti.
Roxana si era buttata anima e corpo sullo studio, ottenendo il diploma rumeno, ma preparandosi anche alla maturità italiana che aveva sostenuto da privatista con pieno successo appena tornata in Italia.
Ora si era iscritta a Giurisprudenza, con l'obbiettivo di lavorare nel campo della giustizia minorile e si era già anche iscritta all'associazione “Certi diritti”.
Si era trovata un nuovo fidanzato, visto che il precedente legame non aveva retto alla prova della separazione, e ora stava cercando una nuova comunità cristiana dove vivere la propria fede personale senza però scontrarsi con una chiusura omofobica che non poteva tollerare.
“A chi avrebbero fatto del male le mie mamme se, come volevano, avessero potuto sposarsi? Quali conseguenze negative potevano nascere per la società per quell'atto così privato e così pieno d'amore? Invece i due anni d'inferno che ho passato io nell'orfanatrofio di Bucarest sono un concentrato di sofferenze inimmaginabili per chi non le ha vissute e sono il frutto diretto di quell'assurdo rifiuto di concedere il matrimonio e di conseguenza la mia adozione da parte di Giulia. Chi parla di amore non può essere complice di tanta cattiveria senza senso. Ma di cosa hanno paura?”
Leo non aveva mai pensato in questi termini, si era sempre piuttosto chiesto perché gli omosessuali ambissero così tanto ad un istituto che ormai la maggior parte degli eterosessuali vedeva perlomeno con sospetto se non lo ripudiava completamente. Ora però ragionando con Roxana si rendeva conto che il fatto che lo Stato avesse per quanto indebitamente mutuato dalla religione il matrimonio come forma di contratto tra le persone non cambiava la sostanza del problema: molti diritti erano stati direttamente legati a quel contratto e chi non poteva contrarlo veniva anche privato dei diritti. Visto così il rifiuto di un diritto sulla base di differenze di costumi non potava che essere considerato un arbitrio del tutto incostituzionale. Per lo più queste differenze di costumi non erano tanto una questione di scelte, quanto un dato di fatto di natura. Quindi somma ingiustizia e mancanza di misericordia.
“Per Mihaela l'eterosessualità era accettabile per quanto poco desiderabile, ma Giulia preferirebbe morire che avere un rapporto con un uomo, non è una sua scelta, Dio l'ha fatta nascere così e come può la Chiesa di Dio dire a Dio che ha sbagliato. che l'omosessualità è contro le leggi che loro suppongo Egli abbia dato?” A Leo a quel punto era venuto da ridere.
Si fermarono qualche minuto per baciarsi. Poi ripresero a camminare abbracciati.
Leopoldo era fondamentalmente agnostico, ma per far contenta Roxana fingersi con sé stesso un tantino credente era uno sforzo da poco, così era ben lieto di accompagnarla a conoscere questo pastore e, se Dio lo voleva, un giorno avrebbero potuto sposarsi lì, perché per sua fortuna, Roxana era eterosessuale al 100%.

domenica 3 gennaio 2016

ALI DA MOSCA


Ali da mosca s’affannano
battendo contro il vetro
mai non ci stanchiamo
di volare ronzando.