lunedì 11 gennaio 2016

ROXANA, MIHAELA E GIULIA.


“Sono serena, ma determinata, estremamente determinata”.
“Capisco vuoi che ogni tassello vada la suo posto”
“Proprio così” sorrise Roxana.
E sgranò i suoi grandi occhi verdi.
L'effetto era garantito, e lei lo sapeva bene. Infatti lui catturato da quello sguardo magnetico si piegò verso di lei e la baciò dolcemente.
Poi però aggiunse:
“Pensi davvero di poter controllare ogni cosa?”
“No davvero Leo, anzi so che davanti ho molti mulini a vento, ma voglio fare ciò che ritengo giusto e ciò che penso mi possa fare bene”.
“Ok allora andiamo a parlare con questo pastore”.
Si avviarono e intanto Leo ripensava alla singolare storia della sua nuova ragazza.
Roxana era nata quasi per un capriccio della madre, che pur fortemente orientata in campo sessuale in senso omosessuale, non aveva voluto privarsi della maternità ed aveva a tal fine ricercato rapporti con uomini appositamente da lei selezionati per lo scopo riproduttivo. Appena rimasta in cinta aveva abbandonato per sempre ogni rapporto eterosessuale.
Quando Roxana ancora non sapeva camminare, Mihaela aveva avuto la fortuna di diventare la segretaria personale di una giovane manager italiana, mandata in Romania a sistemare le questioni di gestione del personale da una grossa ditta italiana che aveva delocalizzato aprendo un grosso stabilimento di produzione.
Giulia era molto brava, preparata e determinata, ma sapeva anche essere dolce e questa era probabilmente la sua arma più potente. Certo non usava invece le sue doti fisiche, pur di tutto rispetto, per farsi spazio nel maschilistico mondo degli affari. Anche perché agli uomini non era per nulla interessata, essendo lesbica.
Mihaela e Giulia avevano subito trovato un'ottima intesa lavorativa e in breve anche umana, fino a diventare amanti. Quando Giulia, dopo due anni, completata la sua missione, era ritornata in Italia, aveva chiesto e e ottenuto di portare con sé dalla Romania la nuova segretaria.
Roxana era così cresciuta in Italia con le su due mamme.
A quindici anni aveva conosciuto un ragazzo di cui si era innamorata con tutto il cuore. Il ragazzo era molto religioso e l'aveva introdotta nella comunità parrocchiale, dove Roxana aveva cominciato con convinzione il cammino catecumenale per arrivare al battesimo.
Poi improvvisamente, prima di diventare cattolica, il mondo le era crollato addosso. Mihaela a si era ammalata e nel giro di pochi mesi era morta. Il permesso di soggiorno di Roxana era scaduto e giacché Giulia, la sua seconda mamma non aveva potuto contrarre nessun tipo di vincolo con la sua madre biologica, non restava che chiedere l'affido di Roxana al giudice dei minori. Questo visto la nazionalità della ragazza si era rivolto al tribunale di Bucarest. Purtroppo i funzionari rumeni interpellando i colleghi italiani avevano scoperto che la richiedente l'affido era lesbica e di conseguenza avevano deciso il rientro di Roxana in Romania per affidarla ad un orfanatrofio.
Si trattava di attendere due anni, il tempo che mancava a Roxana alla maggiore età e alla possibilità di scegliere autonomamente della sua vita, non era il caso di complicare il tutto cercando di sottrarsi alla legge.
Per fortuna Giulia era economicamente molto ben messa e così aveva potuto andare a trovare Roxana molto spesso e aveva anche fatto alcune generose donazioni all'istituto che ospitava Roxana, migliorando così le condizioni della figlia e di tutti gli altri ospiti.
Roxana si era buttata anima e corpo sullo studio, ottenendo il diploma rumeno, ma preparandosi anche alla maturità italiana che aveva sostenuto da privatista con pieno successo appena tornata in Italia.
Ora si era iscritta a Giurisprudenza, con l'obbiettivo di lavorare nel campo della giustizia minorile e si era già anche iscritta all'associazione “Certi diritti”.
Si era trovata un nuovo fidanzato, visto che il precedente legame non aveva retto alla prova della separazione, e ora stava cercando una nuova comunità cristiana dove vivere la propria fede personale senza però scontrarsi con una chiusura omofobica che non poteva tollerare.
“A chi avrebbero fatto del male le mie mamme se, come volevano, avessero potuto sposarsi? Quali conseguenze negative potevano nascere per la società per quell'atto così privato e così pieno d'amore? Invece i due anni d'inferno che ho passato io nell'orfanatrofio di Bucarest sono un concentrato di sofferenze inimmaginabili per chi non le ha vissute e sono il frutto diretto di quell'assurdo rifiuto di concedere il matrimonio e di conseguenza la mia adozione da parte di Giulia. Chi parla di amore non può essere complice di tanta cattiveria senza senso. Ma di cosa hanno paura?”
Leo non aveva mai pensato in questi termini, si era sempre piuttosto chiesto perché gli omosessuali ambissero così tanto ad un istituto che ormai la maggior parte degli eterosessuali vedeva perlomeno con sospetto se non lo ripudiava completamente. Ora però ragionando con Roxana si rendeva conto che il fatto che lo Stato avesse per quanto indebitamente mutuato dalla religione il matrimonio come forma di contratto tra le persone non cambiava la sostanza del problema: molti diritti erano stati direttamente legati a quel contratto e chi non poteva contrarlo veniva anche privato dei diritti. Visto così il rifiuto di un diritto sulla base di differenze di costumi non potava che essere considerato un arbitrio del tutto incostituzionale. Per lo più queste differenze di costumi non erano tanto una questione di scelte, quanto un dato di fatto di natura. Quindi somma ingiustizia e mancanza di misericordia.
“Per Mihaela l'eterosessualità era accettabile per quanto poco desiderabile, ma Giulia preferirebbe morire che avere un rapporto con un uomo, non è una sua scelta, Dio l'ha fatta nascere così e come può la Chiesa di Dio dire a Dio che ha sbagliato. che l'omosessualità è contro le leggi che loro suppongo Egli abbia dato?” A Leo a quel punto era venuto da ridere.
Si fermarono qualche minuto per baciarsi. Poi ripresero a camminare abbracciati.
Leopoldo era fondamentalmente agnostico, ma per far contenta Roxana fingersi con sé stesso un tantino credente era uno sforzo da poco, così era ben lieto di accompagnarla a conoscere questo pastore e, se Dio lo voleva, un giorno avrebbero potuto sposarsi lì, perché per sua fortuna, Roxana era eterosessuale al 100%.

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