sabato 26 maggio 2018

Savona, Calenda e l'Europa

Savona dice tre cose: 1) l'Euro così non funziona,  2) per farlo funzionare ci dave essere un potere politico forte europeo che lo sostiene,  3) se questo non si vuole fare meglio uscire dall'Euro.
Sul terzo punto dissento: il ritorno alla Lira sarebbe un disastro per l'Italia, mentre tutti i paesi rimasti nell'euro  subirebbero comunque un forte contraccolpo.
Ma il punto 1 e 2 sono sacrosante verità. La questione è perché gli europeisti che si stracciano le vesti contro i sovranisti non si attivino per rafforzare l'unione politica devolvendo all'Europa controllo delle banche, finanze e fiscalità, rinunciando al consiglio dei ministri, espressione degli Stati Nazionali, chiudendo la Commissione e instaurando un governo europeo che risponda democraticamente al Parlamento europeo. Evidentemente è più lucrativo per i politici tenersi stretto quel po' di striminzito potere nazionale lasciando il grosso del potere ai tecnocrati di Buxelles. Fa eccezione la Germania che attraverso Bruxelles esercita un potere più sostanziale, in un certo senso coloniale, ma comunque scarsamente efficace sul resto di Europa.
Calenda al congresso di Confindustria ha chiesto di abbandonare la decrescita che rende felici solo chi sta già bene, mentre è la crescita che porta tutti gli altri a star bene. E' una doppia menzogna: da un lato perché nel medio-lungo periodo distruggere il pianeta non farà stare bene nessuno, dall'altro perché decenni di crescita furiosa hanno reso i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.
E' ora di far crescere l'uguaglianza sociale, la giustizia, la tutela dell'ambiente e far decrescere i pingui stipendi e i favolosi patrimoni dei Calenda e di tutti gli altri vincenti che si fanno scudo di idee liberali e/o di sinistra per non rinunciare ad un briciolo del loro benessere.
Ragionando sulle affermazioni di Calenda viene da pensare che forse la crisi della sinistra deriva da chi la rappresenta. Purtroppo la vera sinistra ormai non la rappresenta più nessuno, perlomeno nel parlamento italiano. Mentre da quelle di Savona si desume che nelle argomentazioni populiste c'è del vero, e si capisce il perché del loro successo, purtroppo se ne traggono le conseguenze inverse di quelle utili, sempre per lo stesso egoismo di fondo, che si ammanta qui di nazionalismo.
E non so se faccia ridere o piangere che la Lega non tanto tempo fa ancora Lega Nord sia oggi il faro del nazionalismo italiano.
Resta fermo invece che il percorso virtuoso per l'Europa è quello che passa dagli Stati Uniti di Europa e arriva alla Confederazione Cantonale Europea. Ma bisogna far presto o il rischio è che passino i piani B e l'Europa si disgreghi relegando gli europei tra le comparse nel governo del mondo, con tutte le conseguenze dato il contenuto di democrazia, libertarismo, ma anche e soprattutto di tutele sociali della.nostra storia e cultura politica.

http://debolisegnali.altervista.org/Manifesto_eu7dot0.html

venerdì 18 maggio 2018

Sfruttamento pecore

L'ineffabile Brambilla si straccia le vesti per la nuova perfida trovata della giunta capitolina, mandare le pecore a brucare l'erba romana per evitare di doverla tagliare: indegno sfruttamento degli animali.
E' giusto! E' noto a tutti infatti che in natura le pecore passano il tempo a bere mojtos al bar, costringerle a brucare l'erba è una vera crudeltà.