domenica 18 dicembre 2016

VIA SAN LORENZO


Ho sentito il terrore
delle piccole creature frementi
che strisciano e guizzano
ai piedi dei muretti
come alito tiepido
e brivido leggero sulla pelle
mentre le dita profumate
dell’estate baciano
la dolce pelle lunare
che muove accanto a me
ignara dei tremori e dei sospiri
ma non dell’origine
e dei mali.

domenica 11 dicembre 2016

FRUSTRAZIONE


Volteggia Jonathan

tra i piloni dello svincolo

con l’alito sempre più corto.

Più feroce è la morsa

più stretto il confine

nel giorno dell’uomo

nella visione del cuore

più spento.

Disegnano il cielo

tra le nubi screziate

gli strali opachi,

eppure stento a capire.

mercoledì 7 dicembre 2016

PREGHIERA DEL POETA


Signore,
che esigi molto
se molto hai dato
mi sono illuso
di poter servire degnamente
innalzandoTi
inni e versi ?
Se ti è gradito il tormento
che mi assale
nei vani sforzi
non chiedo altro
ma se così non è
fa tacere
(Ti prego !)
questa mente e questo cuore
perché io ascolti
la Tua voce.

domenica 20 novembre 2016

PENSIERI


Emersi da un fondo oscuro

inimmaginabile e ripugnante

galleggiano senza scopo

piccoli bocconi amari

ondeggiano molli e sgraziati

prima di sparire

nelle fauci voraci

del luccio del rimpianto.

martedì 15 novembre 2016

VIA SAN FIDENZIO


Ti ho vista
a piedi nudi
danzare
sulla sabbia rovente
contro un sole immenso
e sui sassi aguzzi
di una spiaggia nera
aggredita dall’inverno,
ti ho vista correre
a piedi nudi
sull’erba dura
della steppa
gareggiando
con nuvole corsare
e sui ghiacci eterni
della lunga notte
fluttuare fluorescente,
ti ho vista
vestita di pioggia
profumata di pelle
ho sentito il tuo canto
ho sentito il tuo pianto
ho gettato le braccia
e ho trovato i rumori
dell’acqua nei tubi
del piano di sopra
di via San Fidenzio
nel buio della stanza
sono scivolato
tra il formicolare
dei muscoli
nel gusto amaro
nel cuore muto
e rannicchiato nel mezzo
ho toccato i miei piedi
bruciati e ammaccati
tagliati dall’erba
e dal freddo
e ho riso
come una iena affamata.

domenica 6 novembre 2016

SUL CALORE VIVO


Sul calore vivo
mi poso umido
sul cibo irto
sul Graal di cenere
sommo bello fremente
sgorga la linfa
bava di vita
sole oscuro
dolce luna
di carezze
ancora.

lunedì 31 ottobre 2016

RUMORI


I rumori che cerco

e i rumori che fuggo

s’affollano insieme

confusi e discordi

e bastano a coprire

il Silenzio che parla

se il cuore s’è indurito.

lunedì 17 ottobre 2016

CREDO


Credo nell’uomo

che costruisce gli eventi

che domina l’atomo

e solca lo spazio

che pensa e produce

che lotta e che ama

credo nell’uomo

che viene da Dio

e a Dio tornerà.

domenica 9 ottobre 2016

LAMENTO DEL POETA SENTIMENTALE


Sono un povero poeta sentimentale
che non sa dire che cose vane
mio Dio, così vane
che odia l'odore delle armi
e ama la fine della giornata
che vive di mediocrità
dentro un corto orizzonte
che ha paura del buio
e trema se esposto alla luce.
Non sono nemmeno un poeta
giacché non trovo rime, né ritmo
né parole taglienti
né leggo nei cuori
nemmeno nel mio
né invento tempi e mondi.
Neppure sentimentale io sono
perché non so mentire
non so sognare
non so appassionarmi
né infondere speranze.
Mi resta solo la desolazione
per le parole, che non ho osato dire
per l'amore, che non ho saputo dare
per la vita, che avrei voluto vivere
e in questa quieta disperazione
è tutta la mia povera poesia
sentimentale.

domenica 2 ottobre 2016

PROVA D'AMORE


Se ti dicessi
ti amo
in tutte le lingue
e ne inventassi
di nuove non basterebbe
e se potessi donarti
il mondo intero
e se anche morissi
per te
non ti avrei ancora
mostrato tutto
il mio amore
ma se vuoi
dar fondo
al mio amore
per te
chiedimi solo
di rinunciare
a te.

domenica 25 settembre 2016

LAMBDA_DELTA


Il vento della mia vita
 
non lascia frutto

che io possa toccare

sbriciola ogni cosa

come il mio cuore

pensando a te

come la mia mente

pensando.

martedì 20 settembre 2016

LEI


La tristezza straripa

dai miei occhi

penetra ogni cosa

muro contro la gente

tra cui si nasconde

senza saperlo

senza volerlo

lei che sola

io aspetto

restando solo

e non la cerco.

lunedì 12 settembre 2016

Zn


Quando il cambiamento

diventa necessario

afferra l’onda coi denti

aspetta a cadere

quando la novità

è ancora profonda

e non cerca di uscire

ma riposa nella sabbia

e la tua forza si consuma.

sabato 27 agosto 2016

NEL SOLE


Il sole sostenta

il colle sonnolento

ancora riposo

assorto e lontano.

domenica 21 agosto 2016

SUDORE AMICO


Il nemico che temo

se potessi raggiungerlo

è il lume che cerco.

domenica 14 agosto 2016

59 VIOLA


Rosso filtro inafferrabile
della logicità casuale
rilevatore di bande marginali
aghi di ghiaccio
mi perforano in silenzio
c’è molta calma
tra una vampata e l’altra
attraverso il vetro
mi lancio nell’aria
cambiano le cose
pochi volti fermi
mi chiamano forte
con parole scolpite
nei miei occhi
fogli abbozzati
strusciano in attesa
la luna piena
calma le lapidi
bianche e fredde
che mi invitarono ieri.

domenica 7 agosto 2016

COMUNICAZIONE


Un ronzio lieve e appena percettibile

sono le urla di terrore e dolore

sotto l’urlo folle di rabbia

corpi straziati cadono giù

l’ascia rotea e s’abbatte

conosco, conosco la mano

sangue scorre sulla faccia

e mi entra negli occhi

continuo a colpire a caso

e urlo finché non dovrò piangere

o fissare un muro bianco.

lunedì 25 luglio 2016

IN ATTESA


Ebenicoli erranti
per percorsi incoerenti
con istinto animale
calcate le orme
che già conoscete
io disprezzo il mito
ma voi non so
non posso scolpirvi
qui tra le crode
tra i boschi brumosi
nel gelido mattino
attaccato al tramonto
non vedo non muovo
vago senza uscire
senza sapere se vale
l’apokè mi consuma
brucia il mio essere
negandomi il nirvana
che pure scende sui monti
tra le rocce nevose
delle vette affilate.

domenica 17 luglio 2016

ESPLOSIONE


Ritorna talvolta

a girare ondeggiando

squarcia cieli ripiegati

delirio di colori

volo infinito

oltre Dio

contrazione nell’incubo

raccolgono perplessi

i frammenti

della mia testa lunare.

domenica 10 luglio 2016

CONTINUA


Continua a graffiare il muro
con le unghia rotte
e le dita sanguinanti
perché prima o poi 
dovrai smettere.

sabato 25 giugno 2016

LUCE


Esangue la luce

nelle mie tenebre

e fredda.

sabato 18 giugno 2016

ENTROPIA


Corre veloce al nulla eterno

l’entropia nel mio cervello.

martedì 14 giugno 2016

SCALA D'INFERNO


Al primo gradino nasce
e al secondo muore
la mia voce che parla

Scendendo l’ho visto
il gradino
che non si calpesta due volte

Di nuovo in cima
di nuovo indeciso:
m’afferro per star su
a quello che va giù.

lunedì 6 giugno 2016

LASCIATEMI COSI'


Lasciatemi così
sto bene così

qualche lacrima ancora
si produce
evapora subito
come i miei progetti felici

sto bene così
sto bene

gli occhi gonfi
le membra vuote
e un sorriso stupido
attaccato triste alla bocca

sto bene così
sto bene

anche se vi supplico
di portarmi con voi
e urlo impazzito:
non lasciatemi solo

sto bene così
sto bene

non posso lottare per non lottare
sogno il sapore delle tue labbre
e potrei sorridere di nuovo
se impazzissi del tutto

sto bene così
sto bene

come la morte è lontanta
come la vita si spreca
ritroverò la vita
mi prenderà la morte

sto bene
sto bene così.

domenica 29 maggio 2016

RATATUJA


Se temi el calor
via da sot al sol
metete al puster
non smetere de ber
arriva poi la brosa
meti su qualcosa
sera la fenestra
riscalda la menestra
per ogni tempo sai
il rimedio tu lo hai
ma nell'ora di morire
prega sol di non soffrire.

domenica 22 maggio 2016

DEL RIPARO SICURO


La paura stringe il cuore
ad ogni minimo rumore
sempre l'ansia rode dentro
mi consuma fino al centro
costruisco un rozzo muro
per sentirmi un po' al sicuro
ma vacilla la ragione
se mi sento già in prigione.

venerdì 13 maggio 2016

SONETTO STORTO


Un raggio di sole fugace
lo vedi e subito il viso
si apre ad un dolce sorriso
ma ancora non trovi pace

perché sono triste e deriso
proteso in sforzo tenace
che brucia più della brace
di crear ora e qui il paradiso

di ciò non sono capace
per quanto l'abbia deciso
e tosto la voce si tace

mi sforzo di esser conciso
ma sempre e solo verace
la speme è di essere ucciso.

domenica 24 aprile 2016

ROMANZO BREVE


Giorni di sole
giorni di pioggia
speranze, rimpianti
scorre la roggia
resta qualcosa
non resta niente
manca la fine
ma è imminente
guardami, toccami
respira il mio giorno.

martedì 19 aprile 2016

CANTO DELL'AURORA


I
Quando la notte dischiude
le porte sprangate
dal sudore di vivere e ridere
si riempie di gelo
la scala del sonno
e risalgono dal profondo
le voci di cieli inesplorati
di sassi già affondati,
più forte appare la fiamma
bruciare nel vento perenne
che si perde lontano
dove la terra
non profuma di grano
ma di mandorle amare
e nel buio la sogno vicina
II
Spegnendo stancamente
le risate di draghi senza forma
lanciati in magici voli
per cieli infiniti
assaporando le nebbie del mattino
riprendo a vagare confuso
sprecando la vita con foga
e a ogni respiro nell’aria
ricrescono angosce e paure
e torna di nuovo la notte
III
Lingue di fuoco s’intrecciano
fuori dalle fauci del mostro
correndo su prati sereni
sopra nuvole rosa
ma urla rabbiose discendono
sulle ali di scorpioni volanti
pazzi vestiti di viola
cercano di aprire la porta
con lacrime amare
e quando il ritmo collassa
e opprime il battito triste
s’alza una musica dolce
che mi incatena a speranze
compagne future di tomba
IV
Ed io verrò da te
cancellando gli anni
con una risata distratta
e tu potrai
aprire il tuo cuore.

sabato 2 aprile 2016

ESERCIZIO


Con esili trasparenti dita

accarezzi accarezzi

il nervo scoperto

nell’oceano alla deriva

di idee e carabattole

lenitivo silenzio

in vacue spirali

di passioni sfiorite.

lunedì 28 marzo 2016

PICCOLI CAVALLI


Piccoli stanchi cavalli
rosicchiati dai cani
salivano dai prati
e fuori dalle acque
ma le mie mani tremavano
i pensieri evaporano
e il tempo aggiusterà
ogni cosa
tutto deve morire.

domenica 13 marzo 2016

FRAMMENTI PER UNA GIOVANE VITA TRASFORMATA


Non c’è bellezza
nel dolore
lungo i corridoi
tra i letti ostili.
Stefania era bella
e bella la mente
bello il suo cuore
il suo cuore batteva
più forte del dolore.
La vita prorompeva
dal suo volto
e dalle sue parole
confondeva la mia pena
come luce calda.
A noi resta maestra
per sconfiggere ogni male
a lei resta la vita
nuova ed eterna
nella gioia di Dio.

domenica 6 marzo 2016

DIO D'OTTOBRE


Rompi questo gonfiore
o Dio
non lasciarmi scivolare
nel silenzio del mio cuore
tra la melodia grigia
della pioggia d’ottobre
Solo Tu puoi colmare
in un incerto mattino
il vuoto della mia anima
ribelle a sé stessa.

domenica 28 febbraio 2016

IN LUCE D'ALTRE STANZE


Squarciando veli cangianti
di coscienza
tende e vetri appannati
osservo alienato
ombre di dolore
oltre la strada.

giovedì 25 febbraio 2016

FIBRILLAZIONE


Irrigidito
in un delirio
di incomunicabilità
cerco il senso
da dissimulare
coi lacci fasulli
dell’arte
nella frenesia molecolare
del disgelo
nel futuro remoto
della mia carne
nell’immobilità
quieta e disperata
del destino.

mercoledì 10 febbraio 2016

DE REDUCTIONE


DE REDUCTIONE - BREVE SAGGIO SULL'EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI RIDUZIONE NELLA CANZONE POP-ROCK ITALIANA

Scrivere qualcosa di autenticamente nuovo è ormai un'impresa pressoché impossibile in ogni campo. Tanto più è irrealistico pensare di poter sorprendere i lettori. Nondimeno riteniamo che qualcuno possa domandarsi quali motivazioni spingano ad affrontare il tema all'oggetto di codesta opera critica. Le ragioni si paleseranno in modo del tutto evidente e spontaneo quando arriveremo alle conclusioni, invitiamo pertanto a perseverare nella lettura, peraltro estremamente veloce, fino al termine per soddisfare tale curiosità.

I brani attraverso cui si dipanerà l'analisi sono i seguenti:
1) Non si sa dove stare – Stormy six da Al volo, 1982
2) Guardatemi bene, - Giorgio Gaber da Polli di allevamento 1978/79
3) Senza fare sul serio - Malika Ayane da Naif 2015

Iniziamo con il primo brano del gruppo progressivo Stormy Six, ben noto per la sua militanza nell'area della sinistra di cui ripresenta le tematiche tipiche degli anni '70 con qualche anno di ritardo :

Non si sa dove stare,

non si sa dove mettersi ci si muove

nel grande posto pubblico

ci si stringe nel cavo della testa

come in un corridoio con troppe porte come un

come un mare ridotto in una scatola

a far festa all'elettricità”

Qui la riduzione è in prima battuta fisica, spaziale ma data la paradossalità dell'azione (la scatola è in fondo il secchiello di S. Agostino) appare subito chiaro l'intento simbolico ed il contesto fortemente ideologico e sociologico (lo stare, il mettersi spaziali, sono metafora di collocamento nell'ordine sociale - ordine che in quegli anni vacilla- e il muoversi è ricerca di nuovo posizionamento – niente resta uguale a se stesso la contraddizione muove tutto) guida ad una interpretazione politica (le porte del corridoio sono le opzioni dell'agire politico) seppur di alto respiro (il mare stesso simboleggia la totalità – perché la vita viene dal mare) dove traspare la critica all'intero modello di sviluppo della nostra società tecnologizzata e disumana.


Qualche anno prima, ma rispetto all'ispirazione del gruppo precedente a distanza di dieci anni, il cantautore Giorgio Gaber, che pura rientra in un contesto di sinistra, seppur in prima persona egli neghi la persistenza di tale categoria, canta:



avete visto come sono ridotto
Guardatemi bene eccomi davanti a voi
questa volta senza recitare senza fare scene
eccomi davanti a voi come fossi a un processo
fiero dei miei vent’anni buttati nel cesso
Guardatemi bene sono distrutto e impotente
sono la degradazione non sono più niente
guardatemi bene ho gli occhi nel vuoto
drogati e corrotti
avete visto come siete ridotti?
avete visto come siete ridotti?”

L'apparire fisico manifesta qui un abbrutimento che come insegna O. Wilde (Il ritratto di Dorian Gray) è sempre epifania dell'anima e se la critica alla società è sempre ben presente, il focus si è qui spostato su un piano personalistico, individuale, dove la connotazione morale diviene più chiara il processo si estende senza dubbio all'intera generazione, al voi finale, alla società che l'ha plasmata, ma sul banco degli imputati siede l'individuo, e la tesi alternativa a livello di sistema pare scomparire. Anche la domanda diretta agli ascoltatori richiede un impegno individuale proprio all'ascoltatore stesso. La domanda sostituisce la risposta.

Infine spostandoci nel nostro secolo “schizoide” - per tornare un istante nel campo della scena progressiva (21st century schizoyd man- King Crimson)– arriviamo all'Ayane che nel 2015 afferma:

Tu non lo sai come vorrei

ridurre tutto ad un giorno di sole”

Qui la riduzione diviene temporale, l'attimo senza tempo, che prende il posto del tempo senza fine, in una dimensione onirica, che non è nemmeno più personalistica, ma è fuga totale dalla realtà per entrare in fondo in una trascendenza che in quanto tale la supera e la contempera. Il messaggio è di una chiarezza solare.

Queste poche battute di analisi, che costituiscono senza dubbio soltanto un'interpretazione e come tale discutibilissima, estrinsecano però, a nostro avviso senza ombra di dubbio, come l'evoluzione nei testi delle canzoni, siano del tutto consoni all'evoluzione dei costumi sociali e siano anzi assolutamente paradigmatici del dipanarsi del pensiero dominante nella società italiana.
In un percorso di progressivo disinteresse per la cosa pubblica e introspezione depressa e nichilista che sfocia nella riapertura gioiosamente semplice ed esplosiva dei bisogni precedentemente negati

- Perfetto – pensò Gerhard – manca solo il punto.
Lo aggiunse, salvò il file. Lo aggiunse come allegato alla mail che aveva precedentemente preparato e inviò il tutto.

Dopo poco più di un mese ricevette l'email di risposta.

Egr. Sig.
non La ringraziamo affatto di averci inviato il suo scritto.
Questa cosa è indegna di essere definita un articolo e tanto meno un saggio.
E' talmente osceno che non abbiamo potuto ignorarlo come avremmo voluto, ma ci siamo risolti di comunicarLe in modo chiaro quanto infamante sia la Sua opera, al punto da poterLe assicurare che dopo tale prova, mai e poi mai leggeremo qualcos'altro da Lei scritto.
Per cui non ci invii più nulla perché sarebbe immediatamente cestinato.
Con i più definitivi saluti.
L'editore.”

Gerhard si rabbuiò
- Mi trattano come un cane! - e tirò su con il naso.
- Proprio come Snoopy in effetti!
E sorrise compiaciuto.