lunedì 15 aprile 2019

La pubblicità del gioco d'azzardo

Ricordo bene di avere approvato quando ho sentito che una delle prime decisioni prese dal nuovo governo giallo-verde fosse il divieto di pubblicizzare il gioco d'azzardo.
Da sempre sono antiproibizionista e a livello internazionale sempre più la politica di limitazione del danno sta mietendo successi rispetto al proibizionismo nell'ambito delle dipendenze. Lungi da me chiedere la proibizione del gioco d'azzardo, ma la sponsorizzazione martellante nei canali televisivi dei venditori di dipendenza, quali sono i gestori dei siti per il gioco d'azzardo, è un'azione per l'amplificazione del danno che ingrassa i gestori e riduce sul lastrico migliaia di persone certamente tra le più deboli, che già trovano locali ovunque in cui dannarsi con il proprio vizio. 
Legalizzare le droghe vuol dire depenalizzare, svuotando le carceri e tutelando la vita dei consumatori, controllare, tutelando la vita dei tossicodipendenti dalle sostanze nocive con cui spesso gli spacciatori tagliano le droghe, sottrarre alla criminalità un'enorme fonte di profitto indebolendo così l'illegalità. Non vuol dire certo sostenere il consumo promuovendolo a fine commerciali.
Perché con la ludopatia invece si fa proprio questo? Sarebbe interessante capire in quali tasche finiscono i soldi del gioco d'azzardo e quali leve di potere controllano questi "criminali" legalizzati.
Ma tornando all'inizio che ne è stato di quel divieto annunciato dai telegiornali ormai un anno fa?  

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